Luca Mariani
“La cascata Seriana su Bergamo”. Era il 17 febbraio scorso quando il nostro giornale titolava così in prima pagina per commentare l’elezione di sei candidati originari della valle Seriana nel consiglio regionale della Lombardia.
Poco più di quattro mesi dopo quella tornata elettorale la dottoressa Maria Esposito ha appeso il camice bianco al chiodo. Così dal 29 giugno ai “senza medico” dell’alto Serio e di Castione si aggiungono più di 1700 cittadini dell’altopiano clusonese, orfani di medico di base.
Memori della campagna elettorale invernale in cui molto si è parlato della sanità e del diritto alla salute, lo sguardo sconsolato e bisognoso degli elettori in cerca disperata di medico si rivolge ai propri rappresentanti al Pirellone.
Ma il leghista Roberto Anelli li gela subito: «Regione Lombardia non può fare nulla con questa situazione. Dobbiamo mettercelo bene in testa». L’ex sindaco di Alzano Lombardo, che è pure presidente della commissione sanità del consiglio regionale, ribadisce che il problema principale è la carenza di medici causata dal numero chiuso in ingresso alle facoltà universitarie di medicina.
Gli fa eco l’assessore alla Casa e housing sociale Paolo Franco che lapidario ammette: «Come regione noi non è che possiamo farci nulla».
Allo stesso modo la pensa anche il suo collega di partito, consigliere di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Onore Michele Schiavi, che spiega: «La competenza è di Ats. Il problema è che c’è proprio una carenza di medici di medicina generale che partecipano ai concorsi. È stato indetto il bando e ne sono stati individuati 48 nuovi. Nell’assegnazione dell’Ambito si darà precedenza alle aree disagiate».
Come i suoi colleghi della maggioranza l’ex sindaco di Onore ribadisce che «i medici di medicina generale sono l’unico aspetto della sanità che è ancora di competenza nazionale per quanto riguarda i contratti e regionale solo per quanto riguarda il reclutamento. Sono dei liberi professionisti che firmano un contratto con il sistema sanitario regionale».
Ciò detto però rimarca con orgoglio quanto fatto dal consiglio regionale per tutelare i comuni di montagna: «Sono stati stanziati due milioni di euro per aumentare l’indennità dei medici di base che operano nelle aree disagiate, tra cui ci sono anche le aree montane. 7000 euro aggiuntivi all’anno per ogni medico. Questa è una sperimentazione. È il primo anno. Se l’accordo dovesse funzionare, come ci dimostrano alcuni dati che vanno in questa direzione, bisogna lavorare nel prossimo bilancio di previsione di regione Lombardia che va in discussione tra novembre e dicembre per aumentare queste risorse».
SUL NUMERO IN EDICOLA DALL’8 SETTEMBRE