Anni fa lo avevo definito l’enfant terrible della Lega, sempre fuori dal coro, tranne quello della… Curva Nord dell’Atalanta cui ha dedicato ben tre libri (“Atalanta folle amore nostro”). “Sono 1350 pagine e 3 mila fotografie. La sorpresa è che è stato tradotto e venduto dal Portogallo alla Polonia passando per il centro Europa. Devi tener conto che ci son collezionisti di questo settore sportivo degli ultras, ma non c’è un’opera di questa consistenza di dati e testimonianze”. Daniele Belotti è un deputato uscente. Chi lo conosce pensa già al suo imbarazzo nell’entrare nel tempio della politica e non in punta di piedi. “In effetti ero già stato consigliere regionale ma in Parlamento c’è molta più formalità ed è questa che stacca dalla realtà della vita di chi sta fuoti. E non solo per dover mettere giacca e cravatta ma proprio la forma che diventa, se non stai attento, più importante della sostanza, puoi perderci la testa in quell’ambiente, puoi cedere a quella che un tempo era l’arroganza del ‘lei non sa chi sono io’, che adesso magari non si manifesta in questo modo, ma in un atteggiamento di superiorità che ti stacca dalla realtà”.
Già questa analisi fa capire che nemmeno questi quattro anni e mezzi romani ti hanno cambiato. E quindi hai dalla tua, se ti ricandidano, tutta le tifoseria della Curva Nord, mica poco.
“La Curva Nord non fa politica”. Già.
E con la drastica (e populistica) riduzione dei parlamentari, è molto più difficile anche essere eletti. Rispetto agli otto parlamentari leghisti, quanti avete calcolato che potranno essere eletti? “Non lo so, forse la metà”. In questi giorni, aspettando ovviamente la presentazione delle liste (il 21-22 agosto) si fanno analisi e pronostici, chi ti dà “fuori rosa” per usare un termine calcistico, chi dice che avendo Calderoli come sponsor potresti rientrare tra i titolari…
“Che giorno è oggi? Lunedì 1 agosto. E allora non lo so proprio. Comunque riguardo a Roberto Calderoli, io sono suo amico, siamo entrati nella Lega nello stesso periodo, io nel 1989. lui un anno dopo. Ma io non ho mai avuto né correnti (non ci sono falangi armate di… ‘belottiani’) né tutori. Sono uno che ci ha creduto e ci crede e basta”.
Questo conferma quanto ho sentito da sindaci e amministratori leghisti, quando ho chiesto con chi sta Belotti, sono rimasti, chi più chi meno, perplessi e poi… ‘sta con se stesso’, è la risposta più gettonata. “Io non faccio il padrone e non ho padroni, non creo e non faccio parte di correnti, io credo nella Lega e basta”.
In quale Lega credi? In quella degli inizi o in quella di adesso?
“La Lega era un movimento rivoluzionario con una forte spinta di ideali fortissimi. Poi abbiamo prodotto dei buonissimi amministratori. Un movimento per definizione è in cambiamento restando nella radice autonomista e federalista”. Sì, ma adesso ha cambiato pelle, è un partito che dal nord è sceso al sud, quel sud che avete accusato, e a ragione, di essere al traino ecc.
“Dì pure assistenzialista. Abbiamo abbandonato la fase indipendentista perché abbiamo preso atto di non avere i… numeri. Resta la nostra opposizione al reddito di cittadinanza così come è concepito”.
Ma l’avete approvato voi, quando eravate al Governo del Conte 1…
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