PONTE NOSSA – Anche quest’anno Ardesio ha donato ai “Soci del Mas” l’abete per la loro festa. I Parreschi, nel 1543, erano stati invece molto meno gentili…

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E anche per quest’anno la festa è assicurata. La festa del Mas, intendiamo, che i Nossesi celebrano ad ogni primavera a ricordo dei tempi immemorabili in cui in tutto il Nord Europa si usava venerare gli alberi, ritenuti divinità in grado di propiziare la fertilità dei campi e la fecondità delle donne. Il Mas è appunto quello che gli studiosi chiamano “l’albero del Maggio”, un abete che viene tagliato, decorato, portato in corteo lungo il paese con tanto di Banda, benedetto dal Parroco e infine portato ai piedi del “Pés”, il pizzo montuoso che domina il paese, dove riposa in attesa di essere trasportato in cima al cocuzzolo il primo maggio e bruciato, in spettacolare falò, la vigilia della grande solennità dell’Apparizione – che sarebbe più esatto chiamare Lacrimazione – della Madonna di Campolungo, la quale pianse, appunto, lacrime di sangue dall’affresco di una santella, di fronte a una devota pastorella,  nel lontano 2 giugno del 1511….

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