PONTE NOSSA – Benedetta, 20 anni, arbitro: “Quando scendo in campo è come fossi in una bolla… e chi l’ha detto che le donne non se ne intendono di calcio?”

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 “Ero a Endine. Prima partita, ero un po’ tesa ma poi è passato tutto… è lì che mi sono davvero resa conto di cosa significa scendere in campo”. Benedetta ha vent’anni, li ha compiuti a marzo, di cognome fa Azzola, è una studentessa della facoltà di Economia Aziendale a Bergamo e fa la barista. E da qualche mese fa anche… l’arbitro. Una passione nata da poco: “Ho sempre fatto danza da quando avevo sei anni, mai tirato un calcio al pallone, anche se mi piacerebbe saperlo fare… ma ultimamente mi sono avvicinata allo sport e tra quelli di squadra quello che mi piace di più è proprio il calcio. Mi è capitato di arbitrare qualche partita nei centri estivi, quel ruolo mi attirava”.

Così la decisione di iscriversi al corso per diventare direttore di gara: “Ho digitato su Google ‘come diventare arbitro’ e tra i risultati della ricerca ho trovato la sezione AIA di Lovere, c’era anche a Bergamo, ma a pelle ho preferito affidarmi ad una sezione più piccola. Ho preso il telefono, ho parlato con la segretaria e ho iniziato a seguire i corsi online… e la sezione mi è stata molto vicina in tutto questo percorso, anche quando sono scesa in campo la prima volta, il tutor è stato fondamentale. Ho iniziato ad ottobre dell’anno scorso fino a dicembre, erano due giorni a settimana, poi l’esame, ma ad arbitrare ho iniziato proprio con questo campionato.

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