PONTE NOSSA – Don Valentino nella bufera: “Quando mi baciava era sgradevole ma…”, esposto in Procura. Lui dall’Africa: “Parlo col mio Signore”

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Partiamo dalla fine. Don Valentino Salvoldi in questi giorni è in Etiopia. Ci ha mandato una mail: “Desidero dire che io parlo col mio Signore al quale mi affido nella preghiera, e che qui su questa terra dall’Africa esprimo la mia fiducia piena innanzitutto nella Magistratura che sta lavorando a Bergamo e poi negli avvocati dello studio Pisapia di Milano. Un cordiale saluto. A tutti voi auguro ogni bene. Valentino Salvoldi”. Pochi giorni prima nelle redazioni era arrivato un comunicato ufficiale della Curia bergamasca: “In merito ad alcune notizie di stampa relative ad un anziano sacerdote del clero di questa diocesi per presunti fatti risalenti agli anni ‘90, si è già provveduto per quanto di competenza ad attivare le procedure previste dal diritto canonico, fermo restando il rispetto del lavoro della magistratura nel comune intento del giusto accertamento della verità. La diocesi di Bergamo riafferma il suo impegno nella tutela e protezione dei minori e degli adulti vulnerabili anche attraverso la disponibilità all’accoglienza da parte del Centro di Ascolto del Servizio Tutela Minori Diocesano. La piena dignità e inviolabilità di ciascuno sono valori e fondamenti mai negoziabili, e non si farà mai abbastanza per cercare di custodirli e proteggerli”.

Cosa è successo?

Tutto è partito dalla ‘Rete l’Abuso’ che ha presentato una denuncia a ottobre contro Don Valentino Salvoldi, originario di Ponte Nossa, 78 anni, molto conosciuto nella diocesi di Bergamo. Due vittime, all’epoca minorenni, hanno deciso di parlare. Zuppi (Cei): “Vedremo se verità o diffamazione”. Ricostruiamo la vicenda attraverso i documenti de La Rete L’Abuso che ha presentato un esposto in procura a Bergamo per le sue ‘presunte condotte criminali ai danni di circa una decina di persone’. Due vittime del prete, all’epoca minorenni, hanno deciso di esporsi e raccontare la loro storia al quotidiano Domani. Ma all’interno oltre alla storia di abusi ci sarebbero anche alcune cose poco chiare sul chiamiamolo ‘curriculum’ di Don Valentino. Un messaggio forte il suo, come dovrebbe essere il messaggio di chi predica Dio del resto, ma la sua grande capacità dialettica non è certo passata inosservata in questi anni. Classe 1945, nato il 7 febbraio, prima missionario in Africa, torna in Italia all’inizio degli anni ’90, comincia da organizzare campi per giovani adulti in cui si cala nel ruolo del prete progressista, aperto al confronto e critico della società capitalista. Poi si rivolte agli adolescenti, li invita a cercare la verità, a viaggiare e a scegliersi un maestro di vita che li guidi. Secondo le testimonianze avrebbe instaurato con i suoi ‘prediletti’ a cui rivolgeva attenzioni speciali, baciandoli sulla bocca e portandoseli a letto per un ‘riposino’ o per la confessione. Sono giovani, alcuni appena tredici anni, Don Valentino ha carisma e li attira, lui li segue e li incoraggia, ma secondo le testimonianze ‘sei si ritraggono quando li tocca nelle parti intime, subito li rassicura: ‘quel che facciamo qui è buono’”.

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