Una laurea in ingegneria. Un dottorato che le permette di continuare il lavoro di ricerca. Una passione che è diventata un lavoro continuando a restare una passione. Giulia Piantoni ha 27 anni e viene da Ponte Nossa. E nei giorni scorsi ha lavorato insieme ad alcuni amici e colleghi del Politecnico di Milano ad un progetto che parte proprio dal suo paese di origine. Tenersi per mano: un titolo che dice lo spirito con cui Giulia e i suoi amici hanno deciso di unire le proprie competenze e il proprio tempo.
“Abbiamo cominciato a lavorare al progetto ‘Tenersi per mano’ all’inizio del lockdown – inizia a raccontare Giulia con il sorriso sulle labbra e lo sguardo determinato –. Stiamo lavorando tutti da casa da fine febbraio, continuando le nostre attività. Con alcuni colleghi e amici, ricercatori e dottorandi, ci siamo sentiti su Teams e ci siamo chiesti cosa potevamo fare per questo periodo di emergenza, volevamo metterci in gioco per dare un contributo, anche molto piccolo, a questa emergenza”.
Incontri il fine settimana o di sera, che si aggiungono al lavoro che Giulia e i suoi 15 amici stanno continuando a portare avanti. “Abbiamo iniziato a cercare, da facebook o dai vari canali di informazione, quali fossero le forme di aiuti già presenti, abbiamo scelto di focalizzarci sulla Val Seriana perché è stata tristemente colpita dall’emergenza”.
I giovani coinvolti, infatti, vengono infatti da varie zone. “Io sono l’unica della Val Seriana, gli altri vengono da altre zone d’Italia ma anche da altre nazioni. Siamo abituati a lavorare insieme e ci siamo coordinati a distanza. Abbiamo notato che effettivamente ci sono tantissimi servizi, c’è un’offerta alta di servizi a domicilio, consulenze, sostegni psicologici ma piuttosto frammentata: volevamo razionalizzare la comunicazione dell’offerta di servizi per provare a raggiungere tutti”. Insomma, non si tratta di proporre nuovi servizi ma creare coordinamento e comunicazione fra quelli già presenti…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 5 GIUGNO