“Non posso certo dire di essermi trovata male qui da voi, prima a Castione ed ora a Vilminore, ma sono molto stanca, non sto tanto bene e vorrei tornare a casa… Però i miei mi raccomandano di non provarci nemmeno, perché da quando c’è la guerra anche loro temono di dover scappare e la situazione nel nostro Paese è molto confusa…”. Il Paese di Elena Stancovich, 60 anni, è la regione di nord-ovest della Bielorussia, che è stata parte dell’Unione Sovietica fino al 1990 e che confina, appunto, con la Russia, la Lituania e la Polonia: “Sono nata e cresciuta a Naroch’, un piccolo paese caratterizzato da un grande lago – è una regione piena di laghi – dove i ricchi russi venivano in vacanza da Mosca e da S. Pietroburgo e infatti appena cresciuta lavoravo come massaggiatrice nelle molte case per ferie che c’erano allora, ovviamente con uno stipendio molto basso rispetto alle risorse di cui disponevano i villeggianti delle grandi città. Del resto la mia gente non aveva grandi esigenze, nemmeno sognava, che so, che si potesse mangiare frutta in inverno, o farsi curare i denti da un dentista, o andare in vacanza, si accontentava di quel poco che aveva…
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