PONTE NOSSA – Lettera: Quando alla sanità dei vecchi non gli importa un fico secco

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Egregio Direttore,

due sabati pomeriggio fa, tornando a casa e passando a salutare la mia zia 92enne che vive da sola, la trovai riversa e priva di coscienza per cui telefonai subito per il medico di base. Mi risposero che di sabato non era in servizio e mi diedero un altro numero, avvertendomi che mi avrebbero risposto da Gromo. Invece una segreteria telefonica mi rispose da Paladina, chiedendomi insistentemente cos’avesse mia zia e se stava morendo. Risposi che era stata dimessa da alcuni giorni dall’ospedale di Piario ma che per rispondere alle altre domande il medico avrei dovuto essere io…

Dopo una lunga attesa un medico arriva, visita la zia, legge tutte le carte che la riguardano che riesco a trovare e dopo alcune telefonate finalmente arriva l’autoambulanza che la porta a Piario.

Io nel frattempo vado a Premolo a prendere la signora che abitualmente assiste mia zia per alcune ore alla giornata per accompagnarla all’ospedale in vista di una probabile necessità, appunto, di assistenza. Passano venti minuti. Sono ancora per strada quando da Piario mi chiamano dicendomi di andare a prendere la paziente perché la rilasciano…

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