PONTE NOSSA – Per la prima volta anche “l’altra metà del cielo” ha partecipato attivamente alla Festa del Mas

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Anche quest’anno i ‘Soci del Mas’ hanno onorato l’antica tradizione dei loro lontani antenati i quali, dediti al culto degli alberi, intorno ad essi celebravano riti di propiziazione e di fertilità al ritorno della primavera.

Come loro, hanno tagliato alla fine di aprile un abete gentilmente offerto dai loro amici di Ardesio, lo hanno decorato con festoni e fiori di carta, lo hanno portato in processione per il paese tra musica e canti, e poi sono saliti a piantarlo, con una bella faticata, in cima al Pizzo Falò, dove lo trasformeranno in un grande rogo la sera del 1 giugno, in concomitanza con i festeggiamenti della vigilia dalla ‘Parissiù’, cioè la lacrimazione miracolosa delle Madonna di Campolongo avvenuta il 2 giugno 1511.

Tutto come da tradizione, dunque? Non precisamente, in verità, perché l’edizione del Mas 2024 ha visto una piacevole – e inaspettata! – novità, e cioè la presenza femminile.

“Sì– conferma uno dei Soci, Sergio Castellettitre donne ci hanno fatto la sorpresa di affiancarci durante la difficile seconda fase della festa, e cioè il trasporto dell’abete su per i ripidi versanti del Pizzo Falò: Ornella, Benedetta e Miriam, mettendosi in cima alla lunga fila dei trasportatori a reggere la corda cui è legato l’abete, mentre il grosso del gruppo reggeva l’albero sulle spalle tenendolo sollevato dal suolo”.

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