PRADALUNGA – INTERVISTA – Natalina, sindaca, settima di 8 fratelli, il papà storico sindaco: “Ho studiato russo e tedesco, in casa si parlava di politica, i miei figli, le camminate sulle Prealpi e…”

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“Sono nata nel 1968, settima di  otto tra fratelli e sorelle: una famiglia  vivace e…rumorosa, dove ho imparato fin da piccola a misurare gli spazi ed a condividerli, trascorrendo un’infanzia ovviamente molto movimentata ma anche molto serena”.

Natalina Valoti, al suo secondo mandato da sindaca che si concluderà tra un paio d’anni,  in un certo senso è ‘figlia d’arte’: suo padre, Mario Valoti, che fu sindaco per quattro mandati, viene tuttora considerato dai Pradalunghesi come l’’amministratore comunale per eccellenza per l’incisività della sua azione amministrativa e per l’impulso dato alla vita del paese:

“Mio padre era stato sindaco a lungo, fino agli anni ’70; in casa si leggeva e si parlava molto di politica, e questo mi ha fatto crescere nella convinzione che ognuno di noi deve impegnarsi per essere d’aiuto alla sua comunità ed al suo territorio…Da Bonate Sotto, dove ho vissuto fino all’arrivo di mia figlia Arianna, ora diciottenne e studentessa al Linguistico, non appena trasferitami a Pradalunga mi sono subito reinserita  in questa comunità e nel 2014, col mio gruppo, è iniziato il mio prima mandato da sindaca prima cittadina”.

Natalina frequenta il Liceo Linguistico a Bergamo dove studia  russo e tedesco coltivando una speciale passione sia per il mondo dell’Est che per quest’ultima lingua;  a 18 anni, appena diplomata, per perfezionarla trascorre due anni di lavoro presso l’aeroporto di Francoforte. Al rientro in Italia si laurea in tedesco e trova lavoro in diversi uffici commerciali di ditte come la Ghedi e la Brembo. Intanto si sposa con Ivo, tecnico informatico, e mentre si prepara al concorso per entrare nel mondo della scuola nasce il suo primo figlio, Giacomo, ora 26enne, che vive e lavora a Bologna. Dopo alcune supplenze, nel 2010 entra come docente di ruolo di tedesco al Liceo ‘Federici” di Trescore, dove insegna tuttora:

“ Insegnare è il lavoro più bello del mondo – sostiene – i giovani ci mettono continuamente in discussione, ci tengono ‘vivi’, anche se è ovviamente molto impegnativo e a volte molto difficile armonizzare i ruoli di docente, di amministratrice pubblica e di madre di famiglia  – dove c’è anche Chiara, 21 anni, che studia Medicina a Genova – senza togliere nulla ai diversi impegni….Però , con qualche rinuncia e con l’esperienza ce la si può fare….Nei due anni del Covid, per esempio,  le lezioni le ho tenute sempre on-line dall’ufficio: è stata un’esperienza dura ma molto arricchente, un’occasione di educazione civica  efficace, per i ragazzi, che potevano percepire in modo diretto e coinvolgente l’emergenza sanitaria e le modalità con cui l’affrontavamo…

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