‘Blasfemo’. È stato definito così lo spot di Amica Chips girato nella chiesetta sconsacrata di Predore, che oggi è di proprietà comunale ed è diventata un centro civico, e nel chiostro della chiesa di San Paolo d’Argon.
Diciotto anni dopo ‘La patatina tira’ che aveva come testimonial Rocco Siffredi, l’azienda che ha sede a Castiglione delle Stiviere, è tornata nell’occhio del ciclone con ‘Il divino quotidiano’. Non ha tardato ad arrivare la reazione dell’Aiart, Associazione Cittadini Mediali, che ne ha chiesto la sospensione, perché “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata” che ha inoltre aggiunto che “invitiamo i creativi ad essere maggiormente rispettosi delle identità culturali e religiose, a lavorare per spot che siano inclusivi e che si rivolgano a tutti gli utenti in un modo attento a non creare disagio e disapprovazioni”.
La pubblicità è stata girata tra una sacrestia, il chiostro di un convento e una chiesa e in sottofondo passa l’Ave Maria di Schubert. Si vede un gruppo di suore in coda per ricevere la comunione, ma l’ostia è sostituita da una patatina croccante. Si torna subito in sacrestia, dove una suora anziana sgranocchia patatine da un sacchetto. Poi compaiono il marchio e lo slogan “Amica chips, il divino quotidiano”. Doveva essere uno spot che creava “un momento di leggerezza perché le patatine sono simbolo di convivialità e questo abbiamo chiesto ai pubblicitari”, ha spiegato la vicepresidente e responsabile marketing Laura Moratti, ma è successo tutt’altro. Quello che ben sappiamo.
Ma quale è stata la reazione di chi il divino lo vive come missione? E così abbiamo bussato alla porta del parroco di Predore, don Ivan Dogana.
“Sapevamo che sarebbe stato girato uno spot pubblicitario – spiega -, perchè quando è arrivata la troupe televisiva abbiamo chiesto di cosa si trattasse e loro stessi sono stati in parrocchia a chiedermi un calice e delle particole ma ho risposto che dalla chiesa non sarebbe uscito niente…
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Quel putiferio per lo spot della patatina, tra chiese sconsacrate a Predore, il chiostro a San Paolo e parrocchie e Comuni che non sapevano nulla
Un putiferio. E ultimamente con Amica Chips i putiferi sembrano essere all’ordine del giorno, dopo lo spot del pornodivo Rocco Siffredi è la volta della…Chiesa. Insomma, alla fine a far discutere sono sempre due gli argomenti: sesso e chiesa. E anche questa volta non si cambia. Lo spot di Amica Chips questa volta approda in bergamasca, a Predore e San Paolo d’Argon, girato qualche settimana fa, in due location particolari, a Predore la vecchia chiesa sconsacrata, ora centro civico dove si tengono convegni e incontri e l’altro il chiostro di San Paolo d’Argon. Fin qui nulla di strano, ma poi il contenuto stravolte tutto. Contenuto di cui non era e non doveva essere comunque a conoscenza la parrocchia di Predore, perché l’edificio appartiene al Comune ma anche al Comune non era stato fatto presente il tenore dello spot, era stato solo chiesto in utilizzo. Ma sono bastati alcuni passaggi tv dello spot per fare scattare l’accusa di blasfemia, accusa che arriva dall’Airt (Associazione italiana ascoltatori radio e televisione).
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