Verrà messa in sicurezza e sarà oggetto di un intervento di restauro conservativo la casa natale di don Antonio Seghezzi, il sacerdote martire che morì nel campo di concentramento di Dachau perché ‘colpevole’ di non aver denunciato alle autorità nazifasciste i “suoi” giovani, cioè i giovani dell’Azione Cattolica Bergamasca, di cui era assistente, che avevano optato per la scelta partigiana:
“La casa è stata acquisita dal Comune da una quindicina d’anni, si tratta di un edificio antico, posto in una contrada altrettanto antica e di valore storico, quella di Lulini –spiega il sindaco Omar Seghezzi -. Da tempo pensavamo a qualche intervento che le valorizzasse entrambe, scontrandoci però sempre con l’esiguità delle risorse disponibili. Ma partecipando al bando ‘Rigenerazione Urbana’ abbiamo ottenuto un contributo di 135.000 euro, cifra che sommata ai nostri 20.000 euro ci consentirà finalmente di realizzare il nostro intento che si propone due obiettivi: valorizzare l’intera contrada e la zona adiacente ed onorare la figura di Don Antonio…
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