Don Chino Pezzoli, 88 anni, sulla carta, solo sulla carta, arriva alle Fiorine dove celebrerà Messa fra poco, domenica mattina, insieme a lui qualcuno dei 500 ragazzi delle sue comunità di recupero ‘Promozione Umana’. Don Chino da una vita in trincea, in prima fila per salvare ragazzi e famiglie travolti dal ciclone della tossicodipendenza. “Noi siamo presenti un po’ dappertutto in Lombardia e poi abbiamo una grossa comunità in Sardegna, sono appena tornato da lì, ma ho molto a cuore la mia Val Seriana, io sono di Leffe. Promozione Umana esiste sul territorio da 42 anni e la situazione non è migliorata, anzi, è molto pesante, tantissimi giovani, giovanissimi, consumano birra, alcool con psicofarmaci e cocaina. Per birra intendo consumatori di 10, 20 birre al giorno, la birra rilascia una sostanza che prolunga lo sballo più del vino. Arrivano ai nostri centri di cure che sono compromessi a livello psichiatrico e hanno magari solo 20 anni, non reggono più a livello compulsivo e il loro agire diventa pericoloso per sé e per gli altri”. Perché secondo lei? “A questi ragazzi mancano motivazioni, hanno bisogno di generare dopamina, un neurotrasmettitore che fa star bene, manca la serotonina, sostanze endogene, che produce il nostro cervello, non le trovano perché non hanno motivazioni e così le cercano all’esterno, non hanno il senso del vivere, non hanno speranza e soprattutto non hanno sogni, senza i sogni non si va lontano, i sogni tengono in piedi la nostra vita, la tengono in alto. Mancano di libertà, la libertà di far crescere la propria vita e quella degli altri”. Sembra una contraddizione parlare di libertà in un mondo, quello occidentale, dove tutti si sentono liberi “Ma libertà non è fare quello che si vuole, anche il nostro corpo ce lo dice, se non lo trattiamo bene, se non lo nutriamo bene sta male, la libertà è altro”.
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