PRIMO PIANO – Don G. “Sono un prete: amo e sono ricambiato. La solitudine a volte rischia di spezzarci”

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L’uomo ha paura di restare solo. O forse è solo l’amore che toglie davvero la solitudine. Noi siamo qui per amare il nostro prossimo, la nostra gente, ma a volte non basta, e l’amore carnale, la confidenza, il fidarsi e l’affidarsi verso qualcuno che si ama davvero e di cui si sa che ci si può fidare ciecamente, aiuta anche a vivere in modo migliore tutto ciò che ci sta attorno, a compiere insomma meglio la nostra missione”. 

Partiamo da qui, da quello che ci racconta Don G. (che l’iniziale è di fantasia, solo quella, perché per fare questo pezzo ci abbiamo pensato un po’, e poi abbiamo deciso che sì, si fa. Perché noi siamo qui per raccontare e non per giudicare, con buona pace di qualcuno che giudicherà, anche noi, senza sapere).

Tutto comincia da Papa Francesco, da quell’uscita un po’ così, travisata e commentata in tutte le salse ‘troppa frociaggine nei seminari’. “Che poi – continua Don G. – secondo me nemmeno i cosiddetti grandi giornalisti hanno capito cosa volesse dire il Santo Padre. Al di là dell’utilizzo sbagliato della parola, un Papa non dovrebbe usare un termine così, non era qualcosa di omofobo, io sono gay e non l’ho vissuto come tale, ma un altolà ad entrare in seminario a soggetti che hanno problemi che poi possono sfociare nella pedofilia, come è successo troppe volte nel nostro mondo. La differenza tra l’essere gay consapevole e innamorato di un altro uomo e essere pedofili è notevolissima e forse dopo l’uscita del Papa è l’occasione per chiarirsi”.

E tanto per cominciare Don G. ci mette in guardia: “Io mi racconto ma fossi in te non so se lo scriverei, il mio mondo è chiuso, su questo aspetto, chiuso e iperprotettivo, alla fine rischi che puntino il dito contro il giornale e dicano che lo avete scritto per fare scandalo, decidi tu, io mi racconto e racconto quello che provo, poi deciderai tu se pubblicarlo o meno”.

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