Con il dilagare della variante Omicron, il Paese corre ai ripari contro il rischio di una paralisi delle attività produttive a causa delle tante persone in isolamento causa contatti con positivi al Covid. Il Governo e le Regioni infatti ipotizzano un accorciamento della quarantena, pena una ‘paralisi’ delle attività produttive.
Un parere è stato chiesto al Cts, convocato per oggi. L’ipotesi è quella di ridurre, da inizio gennaio, l’isolamento dei contatti a 3-5 giorni per chi abbia ricevuto la terza dose di vaccino.
A pronunciarsi sulla questione, sollecitata dalle Regioni e da alcuni componenti della maggioranza come il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, sarà ancora una volta nelle prossime ore il Comitato Tecnico Scientifico.
I governatori, come riporta Ansa, dopo essersi riuniti, invieranno un documento al Cts che contiene una serie di richieste sulla gestione dell’autoisolamento: azzeramento della quarantena ma obbligo di Ffp2 e autosorveglianza per le persone che hanno copertura vaccinale completa, booster compreso, e un tempo di 5 giorni per chi ha già ricevute due dosi. Modifiche che, spiegano, sono necessarie alla luce di uno stravolgimento del sistema di contact tracing, ‘saltato’ in diversi territori. In campo ci sono diverse ipotesi e un punto di caduta potrebbe essere quello di ridurre la quarantena da sette a cinque giorni per chi è vaccinato con terza dose. E’ certo invece che resterà di dieci giorni il periodo di isolamento obbligatorio per i non vaccinati. Allo studio anche la possibile revisione dei criteri di definizione del “contatto stretto”, ovvero che espone ad un “alto rischio”, e della definizione di “basso rischio” contenuti nella circolare del ministero dell’agosto scorso. In quel documento si specifica che di fronte ad un “basso rischio” la quarantena può essere revocata a seguito di test antigenico o molecolare negativo in assenza di sintomi. Un’altra riflessione potrebbe arrivare su eventuali deroghe o riduzioni dei giorni di quarantena per quegli operatori sanitari venuti a contatto, fuori dal proprio ambito lavorativo, con persone positive: un provvedimento di questo tipo punterebbe ad evitare eventuali carenze di personale sanitario dovuto all’isolamento obbligatorio.
L’isolamento non è l’unico argomento sul tavolo del Governo, che dopo il pronunciamento degli scienziati potrebbe chiedere una condivisione politica per un eventuale ordinanza ad hoc del ministero della Salute. Tra i temi da affrontare anche quello dei prezzi calmierati per le mascherine Ffp2 il cui costo (obbligatorie sui mezzi Tpl, in cinema, teatri e altri luoghi) potrebbe aggirarsi intorno a un euro. Altra questione è il fronte scuola: una nuova stretta potrebbe arrivare proprio sulla gestione dei contagi in classe. Non è escluso che, a fronte dei numeri in ascesa dei positivi, si torni a prendere in considerazione da gennaio la proposta (già avanzata ma poi ritirata) di prevedere la quarantena per un’intera classe nel caso di un solo alunno positivo (al momento l’isolamento per tutti scatta con tre contagi).
Aumenta anche il fronte dei favorevoli all’obbligatorietà del vaccino anche per altre categorie di lavoratori, dopo sanitari, insegnanti e forze dell’ordine. “Il governo è ancora in tempo per introdurlo”, insiste il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. E il ministro per la Funzione pubblica Brunetta auspica “un super Green pass per tutto il mondo del lavoro, pubblico, privato e autonomo”. Ormai “bisogna valutare misure più restrittive come l’obbligo vaccinale” o “l’ipotesi di limitare la circolazione delle persone che non hanno la protezione, che rischiano di mettere sotto pressione il sistema sanitario”, aggiunge il ministro per il Lavoro, Andrea Orlando, che rilancia sull’alternativa all’obbligo ovvero il lockdown dei no vax. Su quest’ultimo aspetto anche il governatore toscano Giani lancia un appello al Governo.