Quarto scrutinio: fumata nera tra astenuti e discordanze

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(M.B.) Anche la quarta chiamata alle urne non ha portato concreti risultati nella scelta del futuro presidente della Repubblica. I nomi sono sempre quelli, le discussioni le più svariate. Dopo la smentita di ieri, sembra che il nome di Cassese sia entrato davvero a far parte di una possibile rosa proposta dal centrodestra, accanto a Giampiero Massolo e Franco Frattini. Opzione, quest’ultima, che vede sempre l’avversione di Letta e Renzi: “troppo filorusso e poco atlantista”. Il ritorno quindi su Casellati, la quale si direbbe più che disponibile ad essere votata: il centrodestra potrebbe oggi tentare una “prova di forza” con il suo nome. Altro quirinabile rimane Casini, oltre a Belloni, la quale opzione non dispiacerebbe né a Fratelli d’Italia né al Pd. Ma anche Draghi, che rimane sempre nel limbo dei papabili-non-papabili, oppure Mattarella, appartenente forse più al girone dei papabili-nolenti. Anche se molti lo vorrebbero. Ieri ha ricevuto la bellezza di 166 voti, soprattutto da parte dei pentastellati. Ma la cifra che più colpisce è quella degli astenuti, 441: sono i rappresentanti del centrodestra, compresa l’insofferente Giorgia Meloni.

Per oggi le prospettive non sono più rosee, mentre si prospettano risultati migliori per lo scrutinio di domani: le incertezze rimangono ancora più dei punti di accordo tra gli schieramenti. Ma sappiamo bene che ventiquattr’ore sono un tempo più che sufficiente perché la situazione possa essere stravolta completamente.

 

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