Quei laghi ‘affamati’ di corpi: secoli di annegamenti e tragedie. Quel camion ingoiato dalle acque e mai trovato

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Una mattina come tante sulle sponde del lago d’Iseo. A Tavernola A. preparava il suo camion come ogni mattina, andava di fretta come ogni mattina, con lui il ragazzo che lo aiutava. Era della frazione alta, sopra il paese. Come ogni mattina. Poi di corsa per partire. Allora la strada che costeggiava il lago era sterrata, buche dappertutto, rocce da una parte e strapiombo da un’altra. Per la sicurezza ripassare più avanti. Anzi, non ripassare proprio. Ma A. della sicurezza non sapeva che farsene. Non aveva tempo. Doveva correre. Per lavorare. Come tanti. Come troppi. Quella mattina un signore li precedeva in bici, era davanti qualche centinaio di metri. Dietro il camion correva, come sempre, tirava su la sabbia che andava dappertutto, le buche facevano il resto. Ma era sempre così. E’ sempre così. A un certo punto l’uomo in bici sente un rumore sordo, forte, come un boato, si ferma, si gira e non vede più il camion. Solo bolle sullo specchio dolce dell’acqua. E basta. Più nulla. Il camion è scivolato dentro il lago. Ingoiato. Sparito. Nel nulla. Insieme ad A, al suo ragazzo aiutante e a mille storie da raccontare. Erano gli anni ’50…

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