Quella bomba d’acqua che ha travolto la Valcamonica

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Un inferno di acqua, fango e detriti. Una notte di paura quella vissuta a Niardo e Braone tra il 27 e il 28 luglio. A scatenare l’inferno è quella tanto attesa pioggia dopo un lungo periodo di siccità: 262 millimetri di acqua, di cui 110 caduti nella mezz’ora tra le 23.45 e mezzanotte e un quarto.

Gli abitanti della parte alta di Niardo poco prima di mezzanotte hanno iniziato a sentire dei forti rumori insieme al temporale, senza immaginare cosa sarebbe accaduto pochi istanti più tardi.

I due torrenti, il Re e il Cobello, sono esondati portando con sé tutto ciò che hanno trovato lungo il loro corso, arrivando fino alla parte bassa del paese, incontrando la ferrovia e poi catapultando il materiale sulle abitazioni che si trovano in località Crist.

Ma cosa è accaduto? Sono tre i punti critici (il resto del corso d’acqua era stato tutto regimato con i fondi della Legge Valtellina, dopo l’alluvione del 1987), il primo, più a monte, è il canale di Edison, che parte dalla centrale di Cedegolo e termina a Cividate: nei due attraversamenti del Re e del Cobello c’è un restringimento e l’alveo non ha resistito.

Il materiale sceso a valle ha poi incontrato un secondo ostacolo, la ferrovia, dove sono presenti due tombotti realizzato un centinaio di anni fa quando fu costruita la linea, che ha fatto da diga. Infine il punto di attraversamento della ex statale.

E poi è scattata la macchina dei soccorsi e della solidarietà. Subito sono stati allestiti due centri di raccolta per la popolazione, gli abitanti di Braone sono stati evacuati a Ceto, mentre quelli di Niardo nella palestra comunale di Breno. Gli sfollati al momento sono una novantina e si trovano da amici e parenti e qualcuno nelle strutture alberghiere della zona….

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