In tempi di pandemia, con l’economia che stenta a riprendere quota, la platea delle famiglie in difficoltà si amplia. Ma “dove c’è bisogno, lì c’è un Lions” recita il motto del Lions Clubs International, la più grande organizzazione non governativa al mondo per i servizi umanitari, con un milione 400mila soci in duecento Paesi e in grado di distribuire dal 1968, tramite la propria Fondazione, oltre un miliardo di dollari USA per le grandi cause umanitarie globali (ambiente, salute, fame, diabete, cancro infantile, giovani) e di fare la differenza nelle proprie comunità.
A Bergamo, così duramente colpita dall’epidemia, i Lions si sono impegnati a fondo per raccogliere fondi con cui acquistare macchinari specializzati per gli ospedali, finanziare periodi di isolamento obbligatorio presso le strutture alberghiere, distribuire tessere alimentari a famiglie in difficoltà, sostenendo il personale medico e logistico in prima linea contro il covid. 300 mila euro è l’approssimativo (in difetto) bilancio della raccolta, supportata da centinaia di ore di volontariato senza contare i tradizionali service Lions: dalla riconversione degli occhiali usati, agli screening gratuiti per vista e diabete; dal sostegno concreto delle donne vittime di violenza all’addestramento di cani guida da assegnare gratuitamente a disabili visivi.
Fiore all’occhiello dell’attività dei diciassette Lions Club bergamaschi è il progetto sociale per il recupero alimentare che negli ultimi due anni ha recuperato e ridistribuito gratuitamente, a enti e associazioni di solidarietà, decine di tonnellate di generi alimentari prossimi a scadenza (compresi alimenti per l’infanzia), per un controvalore che viaggia spedito verso i due milioni di euro. ..
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