Ranica, dalle melodie napoletane ai Pink Floyd in chiave jazz: ecco il concerto dell’organista Roberto Olzer

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La Parrocchia di Ranica propone per sabato 21 ottobre, con inizio alle ore 20.45, un appuntamento unico, una vera e propria carrellata nell’universo della canzone del Novecento, che a partire da alcune celebri melodie napoletane toccherà vari generi, dal pop al rock alla canzone d’autore, con qualche meditata incursione nel musical e nella musica per film. Il tutto arrangiato e riletto secondo moduli cari alla prassi del jazz. La notizia in sé potrebbe anche non costituire nulla di particolarmente clamoroso se non fosse per il fatto che, a supportare tale autentica metamorfosi costituzionale sarà, con il suo variopinto arcobaleno di sonorità, lo storico organo Serassi collocato in cantoria nella Parrocchiale, costruito nel 1802 da Giuseppe Serassi e figli e riformato dai medesimi nel 1830 – come si può leggere nella targhetta posta sopra la tastiera. Una sfida, certo. E anche un tentativo di portare questo affascinante e complesso strumento più a contatto con la vita di tutti. A cominciare dal titolo della serata: “Primo Libro di Canzoni per sognare”, che intende parafrasare le antiche pubblicazioni musicali dei maestri del Cinque-Seicento, quando con i loro libri di canzoni per sonar definivano un genere e rimarcavano uno stato, quello derivato da una forma vocale, appunto la chanson, che ora assumeva sembianze del tutto autonome, esclusivamente strumentali. In fondo, chi di noi non ha qualche ricordo legato a una melodia o a un cantante che ci ha fatto sognare ad occhi aperti e per un momento – o forse una vita – ha fatto dimenticare le tante preoccupazioni del presente?   

A tenere le fila di questo musicale azzardo ragionato, sarà l’infaticabile Roberto Olzer, organista e jazzista di sperimentata esperienza, che ha scelto di raggruppare il vasto materiale a disposizione inanellando una serie di otto suites tematiche, dai titoli significativi: Swinging Suite, Neapolitan Suite, Pop Suite (con brani di Mia Martini, Renato Zero, Luigi Tenco, Antonella Ruggiero), Musical Suite (da La La Land, The Phantom of the Opera e West Side Story), South America Suite (melodie di A. Carlos Jobim, Ariel Ramirez e Astor Piazzolla), Pink Floyd Suite, Kolossal Suite (Il codice Da Vinci, Il gladiatore, 1492: Conquest of Paradise), Rock Suite (The Winner Takes it all degli ABBA, Who Wants to live forever dei Queen e, per finire, Jump dei Van Halen). «La prassi di suonare, di improvvisare, in stile jazz, all’organo, – scrive il musicista nell’accurata presentazione – ha da ormai un secolo una sua storia, e in Fats Waller la sua figura più famosa ed emblematica. Ricalcando le sue orme, verranno affrontati i brani in programma di natura più schiettamente jazzistica, in particolare alcuni celebri standard jazz, come Honeysuckle Rose abbinati ad alcune canzoni del cosiddetto ‘Swing italiano’, che attorno alla metà del secolo scorso occhieggiava divertito alle sonorità provenienti d’oltreoceano. Accanto a loro ho voluto selezionare altri titoli, raggruppandoli in suites omogenee, di tutt’altra provenienza, dalle musiche per musical, a quelle per film, alle canzoni di musica italiana per così dire più ‘sanremesi’, alla canzone napoletana o a quelle di tradizione latinoamericana, al pop ‘internazionale’, a temi e assoli di musica rock. La sfida è nel trovare un punto di incontro tra questi generi così lontani dal repertorio organistico abituale e le peculiarità per natura più congeniali all’organo, la polifonia, il contrappunto, l’imitazione, gli impasti armonici. Ma anche il vedere come l’uso della tavolozza timbrica dell’organo, così come di soluzioni ritmiche inusuali, possano offrire una prospettiva nuova, insolita, di temi che fanno parte ormai della nostra memoria collettiva. Una menzione particolare, dal mio punto di osservazione, alla suite dedicata ai Pink Floyd, per l’amore che mi lega alla loro musica fin dall’adolescenza, e perché la loro visionarietà sinfonica si avvicina, molto più che nelle opere di altre band, al mondo organistico».

Roberto Olzer, diplomato in Organo e Composizione Organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano sotto la guida del M° Giancarlo Parodi e, con il M° Alberto Magagni, in Pianoforte al Conservatorio di Mantova, si è dedicato contemporaneamente all’apprendimento e allo sviluppo delle tecniche improvvisative nel repertorio jazzistico grazie alla frequentazione di Ramberto Ciammarughi. Laureato a pieni voti in Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, affianca all’attività didattica quella compositiva e quella di arrangiatore. Numerose anche le frequentazioni in ambito pop, grazie alle quali ha potuto collaborare con artiste come Antonella Ruggiero, Tosca, Simona Bencini e Susanna Parigi. Copiosa infine l’attività concertistica in ambito classico e jazzistico, in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, Algeria, Giappone, Cina e Israele, tanto come pianista che come organista, in veste solistica e di accompagnatore all’interno di diversi ensemble. Ha al suo attivo più di trenta album editi da etichette nazionali di jazz quali Abeat, Dodicilune, Splasc(h) e Caligola, ed internazionali (Atelier Sawano, Osaka, Japan). Oltre a varie collaborazioni come sideman, è alla guida di un proprio Trio, a fianco di Yuri Goloubev al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria, coi quali ha realizzato tre Tour Giappone, nel giugno 2015, settembre e dicembre 2016. I loro CD “Steppin’ Out” e “Dreamsville” sono stati premiati dalla rivista giapponese ‘Jazz Critique Magazine’ come migliori dischi di jazz strumentale rispettivamente del 2013 e del 2016. Con i musicisti indiani Deobrat e Prashant Mishra, al sitar e alle tabla, ha invece dato vita all’Atlantis Trio, un inedito connubio di tali strumenti con il pianoforte, incidendo il CD “Anima Mundi”. Recente il sodalizio col pianista Roberto Prosseda, nel recital ‘Contrappunti Musicali’, per due pianoforti e percussioni. Come organista ha inciso il suo primo album per TRJ Records, sull’organo Luigi Biroldi di Quarna Sotto (VB), con la partecipazione di Giancarlo Parodi e Stefano Gori al flauto. È organista della Chiesa di St. Jakobus a Mund, nel Canton Vallese (CH).

Il concerto, che due anni fa ha debuttato con grande successo nel quadro della settima edizione di «Box Organi. Suoni e parole d’autore» di Lallio (Bg), rassegna ideata e diretta da Alessandro Bottelli, viene ora riproposto, con aggiunte, varianti e adattamenti, nella Chiesa parrocchiale di Ranica.

L’iniziativa ha la media partner di BergamoNews e del quindicinale Araberara e si avvale del supporto di Eliorobica come sponsor tecnico.

Ingresso libero con offerta facoltativa per un importante e necessario intervento di accordatura e intonazione dello strumento.

Per info: 388 58 63 106

 

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