RANICA – INTERVISTA ALL’EX SINDACA – Paola Magni si racconta: il primo impatto in paese, gli anni in Comune, il sogno Zopfi, le passioni e… il cucito

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di Luca Mariani

Confesso che a me sarebbe piaciuto vivere a Milano: lì ho conosciuto mio marito, ho frequentato l’università e andavo a teatro. Ma mio marito era molto legato a Ranica, anche perché qui aveva i suoi parenti”. È il 1971. Paola Magni ha da poco compito 31 anni. Dopo essere convolata a nozze, inizia a lavorare come insegnante alle scuole Medie proprio di Ranica, dove si trasferisce insieme al suo novello sposo. “Quando sono arrivata, mi sembrava un paesino e dicevo: ‘Ma dove sono andata a finire?’. Non guidavo ancora, ho preso la patente tardi, a 40 anni. Se avevo bisogno di andare a Bergamo con i due figli, dovevo chiedere aiuto a destra e a manca. Allora non c’era nemmeno il pullman che passava a Ranica”.

Sono passati più di cinquant’anni da quel 1971. Nonostante lo scetticismo iniziale, Paola Magni non solo ha vissuto sempre a Ranica, ma è diventata una delle protagoniste principali della storia ranichese in quest’ultimo mezzo secolo. Vicesindaca per quattro anni e sindaca per tre mandati. 

In tutti questi anni ho avuto la fortuna di avere persone al mio fianco esperte e capaci”.

Questa collaborazione positiva e proficua ha permesso a Paola Magni di ottenere degli ottimi risultati amministrativi riconosciuti dai suoi concittadini e non solo: “Mi è piaciuto parlare con una persona non ranichese che mi ha detto: ‘Come è cambiata Ranica! Veramente è molto bella e ricca di servizi’. Confesso che questa espressione mi ha commossa, perché mi sono detta: ‘Allora abbiamo lavorato bene’. Uso il noi, perché il buon governo non è legato mai ad una sola persona. È legato ad un gruppo di persone, formato dai dipendenti comunali e dagli amministratori”.

Tra tutti i miglioramenti che la professoressa originaria di Alzano Lombardo ha introdotto nel tessuto sociale e architettonico di Ranica, la biblioteca è quello che la rende più orgogliosa: “Non solo perché è un punto di aggregazione. Ma anche perché la cultura, che dalla sua etimologia vuol dire far crescere, sicuramente aiuterà il mondo a rinnovarsi. Quello che mi fa piacere è che sia frequentata da molti giovani che vanno lì a studiare. Ciò mi fa ben sperare”.

I tre mandati di Paola Magni alla guida di Ranica sono iniziati con un periodo di fisiologico assestamento: “I miei nipoti sono vissuti molto all’estero e quando erano più piccoli mi chiedevano cosa volesse dire essere sindaco di Ranica. Per me era un po’ difficile spiegarlo. Anche perché i primi mesi da sindaca ero sull’agitato andante. Avevo tanti dubbi e tanta paura di sbagliare”.

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