«Quando sono diventata mamma mi sono fatta tante domande. A volte ho pensato “quanto vorrei non sapere certe cose”. Però credo tantissimo nella ricerca, nella medicina e nella scienza. Penso che ci sia sempre una soluzione per ogni malattia». Lo confessa Rossella Piras ricercatrice del Centro di Ricerche cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò di Ranica. «Certo a volte è più difficile trovarla, però lavorare in questo settore ti fa capire che, comunque sia, ci sono delle possibilità e delle speranze. Penso sempre a quando iniziato che non c’era nessuna terapia per curare la sindrome nefrotica. Adesso invece si stanno costruendo un sacco di molecole. Prima i bambini si curavano solo con gli steroidi. Questo mi dà speranza». Il centro di Ranica, insieme a quello di Bergamo e quello di Milano, costituiscono le tre sedi dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
Rossella ha l’accento sardo pronunciato. Dietro la montatura robusta e violacea degli occhiali si muovono due occhi marroni attenti e cordiali. «Ora vivo ad Alzano. Io mi occupo di malattie ultra-rare. In particolare studio la sindrome nefrosica che si identifica in due pazienti ogni milione di persone. La diagnosi non è immediata. Sono pazienti che si presentano con sangue o proteine nelle urine, un’insufficienza renale che man mano diventa sempre più importante. La diagnosi viene fatta attraverso una biopsia, non con un semplice esame di laboratorio. Alla base di queste malattie c’è una mutazione genetica…
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 MAGGIO