RANZANICO – Donne ‘diverse’: Suor Salve Regina (83 anni, di Bianzano) e suor Saba (44 anni, dell’Eritrea): “Il Signore si serve con gioia o non si serve”

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Il centro storico di Ranzanico è silenzioso. Una nebbia leggera copre alla vista le pittoresche rive del Lago di Endine. Il cielo è nuvoloso. Le uniche voci che si sentono, in lontananza, sono quelle, gioiose, dei bambini della scuola dell’infanzia paritaria ‘Madre Vittoria Azzola’. Suono il campanello. Risponde una voce gentile. È quella di suor Flaviana, una delle cinque Orsoline che vivono in questo edificio, fianco a fianco ai bambini. La suora (è a Ranzanico dal 2005) mi fa accomodare, apre una porta e poi, alzando la voce, dice: “Salve”. Lì per lì, lo prendo per un saluto. In realtà, sta chiamando una sua consorella, suor Salve Regina, che si avvicina lentamente, a braccetto con suor Saba. È con loro due che facciamo questo viaggio all’interno dell’istituto delle Orsoline.

Due suore, due donne, sedute una accanto all’altra. La più anziana è nata più di 80 anni fa qui vicino, a Bianzano. La più giovane viene da lontano, dal cosiddetto Corno d’Africa; è infatti nata oltre 40 anni fa in Eritrea. Due storie diverse, iniziate in luoghi e in tempi lontani, che si sono incrociate proprio qui, nel piccolo borgo di Ranzanico, a metà strada tra lago e cielo.

Mi chiamano Salve”, sorride. “Questo non è un vero e proprio convento, ma una comunità religiosa che tiene una scuola dell’infanzia. Nell’Ottocento questa era una casa privata, c’è poi stato un lascito e l’Istituto delle Orsoline di Gandino ha fatto di questo edificio la sede di una scuola dell’infanzia; a questo è dovuta la presenza a Ranzanico della nostra piccola comunità religiosa”.

E, infatti, a differenza di molti conventi e monasteri in cui regna il silenzio, qui a dominare sono le voci e le urla dei bambini, che rendono l’atmosfera molto allegra. “Sì, è molto bello sentire continuamente le loro voci – dice suor Salve Regina – ci tengono compagnia. Anzi, è strano quando, durante le vacanze, mancando i bambini qui si sentono solo le voci di noi cinque”.

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