RANZANICO – Il ‘volo dell’Angelo’ di Pizzighini: “Voglio essere come un direttore d’orchestra”. Mattia Cantamessa vicesindaco

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Credevo che piovesse, non che grandinasse!”. Questa è la frase pronunciata da Alcide De Gasperi, celeberrimo statista del secondo dopoguerra e leader della Democrazia Cristiana, quando aveva saputo l’esito delle elezioni del 18 aprile 1948. La sua DC aveva sbaragliato il listone socialcomunista ottenendo il 48,5% e la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. In pratica, l’allora capo del Governo si immaginava una vittoria, ma non così travolgente.

Un po’ come è capitato sulle sponde del Lago di Endine, a Ranzanico. Il ribaltone era atteso e in molti immaginavano la vittoria dello sfidante Angelo Pizzighini e la sconfitta del sindaco uscente Renato Freri, ma i numeri sono impressionanti. La differenza tra i due è stata addirittura di 170 voti, 457 contro 287. Era difficile immaginare un simile distacco tra l’ex dipendente comunale e l’ormai ex sindaco.

Stavolta non si è ripetuto il testa a testa che aveva caratterizzato le due precedenti tornate elettorali. Nel 2014 Freri aveva sconfitto l’allora primo cittadino Sergio Buelli con soli sette voti di vantaggio. Nel 2019 c’era stato l’eccezionale pareggio tra i due e il ballottaggio, poi vinto da Freri per una manciata di voti.

Sul numero di Araberara in edicola dal 21 giugno trovate tutte le preferenze, anche dei non eletti, la nuova giunta e il pagellone (Angelo Pizzighini è Ottaviano Augusto).

 

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