RANZANICO – INTERVISTA AL SINDACO Freri si racconta: le origini contadine, l’infanzia tra Milano e Monasterolo, gli amici e quel nonno che… vedeva lontano

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“Nonno Geremia negli anni Settanta diceva che lui non avrebbe mai visto la nuova Statale 42 e metteva in dubbio che l’avrei vista anche io. Dicevo: ‘figurati, io sono giovane, la vedrò la nuova Statale’. Ma non vorrei che avesse ragione lui…”

 

Da qui si può vedere la nostra casa di Monasterolo…”. Renato Freri è in piedi nel suo ufficio di sindaco, nel palazzo comunale di Ranzanico. Ma attraverso l’ampia vetrata il suo sguardo va lontano, non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Col pensiero torna indietro agli anni della sua infanzia e della sua giovinezza, quando trascorreva le sue giornate nella zona del Gerù, dove c’era la casa del nonno materno.

Sì, nonno Geremia aveva lì una stalla, poi è stata costruita la cascina in cui abitava. In seguito, ci hanno vissuto anche i miei genitori e adesso è di proprietà mia e di mio fratello. In quel luogo ho vissuto momenti felici”.

Renato riavvolge i nastri della memoria e torna indietro di tanti anni. Siamo alla fine degli anni Cinquanta, quelli del ‘miracolo economico’. La famiglia Freri era composta da quattro persone: papà Antonio, mamma Elisabetta e i due figli Luigi, del 1954, e Renato, del 1958.

Io sono nato a Casale Cremasco-Vidolasco, in provincia di Cremona, ma sul confine con quella di Bergamo. Mia mamma era di Monasterolo, mentre mio papà era Cremasco. Si sono conosciuti, però, in Val Cavallina e qui si sono innamorati. Erano entrambi di origini contadine, sia la famiglia di mia mamma che quella di mio papà. Le mie radici sono quindi contadine. Dopo il matrimonio si sono trasferiti per lavoro a Crema, dove è nato mio fratello, poi sono andati a Casale Cremasco Vidolasco, sempre in provincia di Cremona, dove sono nato io. Ma non ricordo nulla di quei posti – spiega Renato – perché poi ci siamo trasferiti in provincia di Milano, a Brugherio. E poi siamo andati nel centro di Milano, a Porta Romana, sempre per motivi di lavoro. Mia mamma faceva la portinaia in un grande condominio di 15/20 appartamenti, dove vivevano famiglie benestanti. Mio papà, infatti, lavorava nell’azienda del proprietario di quel condominio”.

Hai un ricordo del tuo paese natale? “No, di Casale Cremasco non ricordo nulla, ho invece ricordi di Brugherio, dove ho frequentato l’asilo. Ma i ricordi principali sono quelli di Milano, dove ho passato l’adolescenza e la giovinezza, e quelli di Monasterolo, a cui sono sempre stato molto legato”…

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