(p.b.) Un rifugio ha nella sua etimologia la fuga da qualche posto per trovare “asilo” in qualche altro.
La montagna è stata “rifugio” da sempre, si scappava salendo in alto, contando che gli inseguitori non avessero né tempo né voglia di inerpicarsi sui sentieri, rischiando magari una schioppetata o di precipitare in qualche burrone. La storia si fa complessa, certi “passi” servivano per le transumanze, per una sosta dei cacciatori, dei minatori, per i pastori, ma anche per il contrabbando o come via di comunicazione intervalliva, per gente che andava altrove a lavorare. E c’erano “osterie” d’altura che erano una sorta di precursori dei rifugi, si riprendeva vigore, a volte ci si passava la notte.
In questa stagione d’inferno, del gran caldo, si cercano “rifugi” in una carovana moderna di “fuga verso nord”, sempre più in alto….
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