Rimessi a nuovo dai volontari altare
e campaniletto al Pizzo dei Tre Confini
E adesso si pensa alla cappelletta della Manina
Il primo d’aprile a Fiumenero sul parcheggio dell’agriturismo “La Stala di Mustacc”nel giro di pochi minuti c’è stato un discreto arrivo di automezzi, ma nessun occupante ha temuto di essere caduto vittima di uno scherzo di pessimo gusto tramato di solito in questa giornata. Queste sono tutte persone che non scherzano quando ci devono essere, sia che debbano offrire collaborazione e altrettanto quando si tratta di mettere le gambe sotto al tavolo in allegra compagnia. Motivo del ritrovo: festeggiare la fine lavori in vetta al Pizzo Tre Confini. I lavori iniziarono nel 2013 salendo con un chilo di cemento a testa per rinsaldare la struttura che regge la campanella; ma molti partecipanti di chili se ne accollarono ben più di uno.
Il 2014 vide il montaggio del piano altare e della piastra riportante una preghiera e i nomi dei posatori storici. Nel 2015 sembrò che tutto si fosse fermato, ma nel 2016, dopo l’anno sabbatico, sul traliccio brillava una nuova campana e il contenitore del quaderno di vetta. Per l’occasione si benedì il nuovo bronzo con la celebrazione della prima Santa Messa grazie a DonRemo Duci. Ad ogni salita l’incremento degli affezionati è aumentato oltre ogni più rosea previsione.
Ebbene, dopo l’aperitivo, la straripante Marina,nelle vesti di anfitrione, ha invitato tutti a sedere perché la vera serata si è aperta con il saluto di Dino Perolari e Mario Bergamelli. Se tanti accadimenti si compiono è sempre grazie a qualcuno o a qualcosa, infatti se siamo arrivati a quel ritrovo è tutto merito loro.
Dino Perolari, con il fratello Nino a “tempo perso”, costruirono il campaniletto in tubi manesmann per reggere la campana, poi con amici di Semonte, Fiorano al Serio e Lizzola lo portarono in vetta nel 1957. Fu una vera impresa perché erano solo in sette persone e sicuramente quel giorno di settembre non pensarono lontanamente che dopo sessant’anni altre (tante) persone avrebbero continuato a gioire come loro nel mantenere intatto quel manufatto.
Mario Bergamelli presidente onorario del G.A.N e grande affezionato di Lizzola intorno agli anni 1993/ 1995 notò che la campanella era venuta a mancare. Si attivò immediatamente e con Severo Piccininine montarono una nuova. Sempre Mario, quando nel 2016, saputo che si doveva sostituire la “sua” campana perché gli anni l’avevano danneggiata, senza il minimo indugio, ha offerto immediatamente un’altra nuovissima campana e il contenitore del quaderno di vetta.
Quasi increduli ed emozionati per l’abbondanza dei frutti ottenuti grazie alla loro lontana semina hanno raccolto la riconoscenza di tutti i convenuti: i presenti hanno calorosamente ringraziato Dino e Mario per l’operato e per la generosità. Purtroppo loro, per impedimenti non hanno potuto partecipare alla cena, ma non hanno voluto mancare per dare un saluto e ringraziare a loro volta indistintamente tutti i volontari che si sono adoperati per ben quattro anni nella sistemazione del campaniletto; hanno chiuso la toccata e fuga affidando ai giovani, presenza portante del gruppo, l’onere e l’onore dell’eredità.
La preghiera di Don Remo ha poi dato il via alla cena a base di piatti tipici preparati dall’insuperabile Signora Cati.
La cinquantina di commensali comprendeva in maggior misura il gruppo “Amici del Tre Confini” composto per lo più da Lizzolesi, ma anche da amici provenienti da altre località bergamasche e milanesi; questo per attestare che l’amore per quella cima seminato da sette persone è attecchito perfettamente dilagando nel cuore di molti lombardi. Rinforzava la compagnia una folta rappresentanza del G.A.N.capitanata da Lucio Carobbiocon al seguito il decanoSevero Piccinini. L’attaccamento dei nembresi verso le zone bagnate dal Bondione iniziò con i primi anni cinquanta quando da pionieri effettuarono le prime sciate in “Campél” dove molti anni dopo sorgeranno gli impianti sciistici. Sempre loro, portarono la disciplina dello scialpinismo lasciando le tracce verso la vetta in questione e poi divulgarne la grande bellezza della salita e delle discese invernali. Noi indigeni dell’Alta Valle guardiamo ancora al Gruppo Alpinistico Nembresecon ammirazione come quando eravamo ragazzini per tutte le iniziative di alto livello realizzate, ma la cosa che ha rinsaldato la reciproca affettuosa stima è stato: l’amore, la passione, l’attaccamento alla montagna per questo non è stato difficile sentirsi dentro un piacevolissimo fraterno connubio. Nello pseudo “gemellaggio” non sono mancate le promesse di ritrovarsi in montagne e lo scambio di inviti conviviali; un preludio a collaborazioni per tener viva quell’amicizia nata sotto i rintocchi di una campana nuova.
Tale “Salvadech” ovvero il Nossese Dott. Giambattista Parisiha fatto i salti mortali pur di non mancare per una bella cantata, inoltre si è accollato la presentazione del libro intitolato: “Una storia senza confini”.
Le 127 pagine con abbondante documentazione fotografica descrivono il più fedelmente possibile la storia del manufatto di vetta dal 1957 ai giorni nostri; riportano la cronaca delle varie salite e tutti i retroscena spesso sottovalutati, ma necessari per portare a termine i lavori in quota senza ricorre all’ausilio di elicotteri, ma con la spinta della sola passione. L’edizione si chiude con molte variegate testimonianze dei partecipanti. L’opuscoletto nato a cura del sottoscritto Eugenio Piffari, stampato da Equa è disponibile nelle varie edicole o esercizi a partire da Lizzola, Valbondione, Ardesio e Clusone (libreria Rasmussen)
La cena non poteva chiudersi senza promesse reali di altri incontri pertanto prima dei saluti abbiamo fissato vari appuntamenti: verso la fine di settembre si tornerà in vetta al Tre Confini per solennizzare il sessantesimo della posa sempre con la celebrazione di una Santa Messa. Per questo ci siamo riservati di dare conferma e informazioni più dettagliate nel periodo estivo (inizio agosto).
Mentre per non andare troppo in là: il 3 giugnoci sarà il ritrovo alla Cappelletta al Passo della Manina con la celebrazione della santa Messa (ore 10.30) poi per i volenterosi seguiranno lavori di sistemazione del tetto e delle erosioni antistanti la chiesetta provocate dall’acqua. E’ sottinteso che l’invito è aperto a tutti.
Eugenio Piffari