Il lago, l’acqua, lo sguardo, il viso, il sorriso. Eros e quel viaggio che è appena cominciato, tra una pagaiata e l’altra, verso l’infinito. Eros & mamma Luana erano una cosa sola, come il quadro e la tela, come la pittura e il pennello, come il volto e la cornice. Quando per l’anniversario di Alda Merini avevamo organizzato un concorso di poesie, tra le tante arrivate, quella di Eros che parlava di sua madre era un incanto, allora era poco più di un bimbo, eppure in quelle parole aveva raccontato quello che lei era per lui, quello che continuerà ad essere. Alla canottieri Sebino, Eros in poco tempo aveva trovato quel guscio e quelle ali che lo facevano star bene. Eros se ne è andato così, in un giorno troppo caldo di luglio, a 21 anni, per un tumore fulminante, diagnosticato solo pochi giorni prima, Eros se ne è andato da qui ma non da lassù, che in questi giorni di cielo inquieto, quelle scie di nubi bianche sembrano o forse sono davvero, la schiuma del mare del cielo dove sta remando verso una felicità eterna.
Ti lascio al tuo incanto e ai tuoi mattini infiniti
Ti lascio alla tua vita eterna
al tuo incanto
alla tua meraviglia
ai tuoi tramonti
e ai tuoi mattini infiniti
a spargere fiducia
ti lascio con il tuo nuovo mondo pieno del tuo blu
a sconfiggere l’impossibile
certo senza certezze
ti lascio davanti al mare
a decifrare con il tuo sorriso le nostre lacrime
senza le mie domande vane
senza risposte spezzate
ti lascio senza i miei dubbi
poveri e malridotti
senza la nostra immaturità
ma non prenderemo
tutto alla lettera
non crederemo mai
a questo falso addio
sarai dove meno
ce lo aspettiamo
per esempio
in un albero che fiorisce ogni primavera
che oscilla libero
sarai in un lontano
orizzonte senza ore
nell’impronta di un dito di Luana
nella sua ombra e nella tua
sarai presente
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