Fabio Danesi glissa e ne farebbe volentieri a meno, salvo poi all’insistenza delle domande rispondere: “Io non voglio rilasciare dichiarazioni sulla vicenda dei confini tra Riva e Fonteno in Regione, cosa c’entro io?”, già, ma lei è stato il principale fronte del no all’epoca della richiesta di referendum distribuendo anche volantini ed è uno dei diretti interessati al cambiamento di confini: “Ma io ora mi occupo di altro, sono stato eletto presidente dell’Aler di ben tre provincie, Bergamo, Lecco e Sondrio, lì ci sono qualcosa come 100 dipendenti, ho altro a cui pensare e comunque io non c’entro niente con il blocco in Regione”. Sarà, ma intanto è perlomeno strano che i due che hanno spinto di più sul no, e cioè Fabio Danesi da una parte e Ramon Pedretti dall’altra, facciano di tutto per evitare proprio ora domande su questa vicenda. Per Ramon Pedretti al telefono risponde la segretaria: “E’ impegnato e per questa vicenda non so cosa può dire”. Che il rischio è quello che vegano additati come i principali colpevoli di una pressione sui consiglieri e funzionari regionali per far dire di no a un confine che aveva trovato sinora tutti d’accordo. Anche perché sarebbe davvero divertente fare un test in Regione e scoprire quanti sanno dov’è Xino (veramente nemmeno qui in redazione ci sarebbero ottimi risultati sul quesito), quindi è chiaro che qualcosa di strano è successo. Se poi ci mettiamo il fatto che Ramon Pedretti lavora in Regione ed è in quota Lega con ruoli abbastanza importanti e che Fabio Danesi è molto vicino al consigliere regionale di Forza Italia Paolo Franco qualche sospetto ai sindaci di Riva e Fonteno (sulla carta vicini al PD) è venuto, anzi, il sindaco di Fonteno Fabio Donda va giù duro…
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