Ritorna. Riprende l’ascia di guerra e torna a farsi sentire l’Associazione Amici del Sebino. Perché se si è in tanti la voce arriva più lontano. E la voce quando si alza fa rumore, il tam tam mediatico arriva dappertutto e magari qualcosa si blocca. Domenica mattina di metà luglio, Norma Polini, Giuseppe Meroni e Lorenzo Lazzari, nell’ordine ex sindaca (ora consigliere di minoranza, ingegnere in Provincia), candidato nella lista di minoranza (giornalista, da sempre sensibile ai temi ambientali) e candidato sindaco, tutti e tre nell’associazione Amici del Sebino ma soprattutto tutti e tre agguerriti su quello che potrebbe e dovrebbe diventare il Bogn di Riva.
Che per i pochi che non lo sanno il Bogn è una meraviglia della natura, un incanto di roccia e lago, un pugno nello stomaco di stupore, una corsa a perdifiato dentro la bellezza. Roccia che scende a picco sul lago che cambia colore e sfuma tra tonalità e onde inquiete. I tre mostrano disegni, progetti, documenti. Cosa succede? “Succede che il Bogn sta per essere rovinato, l’amministrazione ha intenzione di realizzare un progetto devastante, un progetto che a livello ambientale rischia di rovinare tutto quanto di bello c’è qui. Facciamo un passo indietro, il G16, il gruppo dei 16 Comuni che danno sul lago d’Iseo, ha ottenuto dalla Regione, quando presidente era ancora Maroni, un cospicuo finanziamento da spendere per progetti che avessero attinenza con la riqualificazione del lago, metà soldi li mette la Regione, a fondo perduto e l’altra metà li mette il Comune, massimo finanziabile da parte della Regione a progetto: 600.000 euro”.
Detto fatto. Il Comune di Riva di Solto presenta un progetto dove si prevede il massimo del finanziamento, quindi l’altra metà, altri 600.000 euro, va trovata nelle casse comunali. Il progetto riguarda l’attesa riqualificazione del Bogn di Riva. “Per cinque anni – attacca Lazzari – per il Bogn questa amministrazione non ha fatto niente, lasciando andare tutto quanto di buono era stato fatto prima e ora presenta un progetto devastante”. …
…Ecco come dovrebbe diventare il Bogn. Cominciamo dal percorso che si snoda assecondando la morfologia delle sponde lacuali ed è di lunghezza di circa 700 metri. L’inizio del percorso da riqualificare si attesta al termine della “passeggiata degli ulivi” (il cui sviluppo è di circa 650 m) per la quale l’amministrazione comunale, di concerto con l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo Endine e Moro, ha intrapreso ed in parte ultimato un ampio progetto di valorizzazione delle opere realizzate nel 2006 dalla Provincia di Bergamo.
Andiamo a scartabellare dentro il progetto. L’attuale tracciato della strada Provinciale 469 lambisce questo punto di contatto tra il marciapiede esistente e il percorso dismesso, l’accesso diretto dall’arteria stradale rivierasca è impedito dalla presenza di una sbarra metallica installata dall’ente gestore per impedire il transito veicolare.
La vegetazione sta ricoprendo i margini della vecchia strada i cui muretti di protezione laterale sono in parte crollati, i versanti incolti si sono ricoperti di arbusti e alberi a basso fusto di tipo spontaneo. Dal punto di vista naturalistico questo mix antropico naturale è nell’insieme molto suggestivo. Attualmente un modesto cartello in legno descrive sommariamente la natura geologica e naturalistica del “Bogn” (orrido di Zorzino)….
… “Che qualcosa si debba fare il Bogn lo andiamo dicendo da anni ma piuttosto che fare quello che ha presentato l’amministrazione meglio lasciar perdere”. Lorenzo Lazzari, Norma Polini e Giuseppe Meroni non ci stanno. “Noi un nostro progetto lo avevamo presentato, siamo qui per discutere e cercare di trovare una soluzione insieme all’amministrazione, certo, quella della galleria è una scelta che non sta né in cielo, né in terra”.
Norma Polini mostra il progetto che era stato presentato a suo tempo per riqualificare il Bogn. “Inoltre abbiamo inviato alcune lettere a questo proposito all’amministrazione comunale ma ci siamo sempre sentiti rispondere picche”. …
Cioè: “Abbiamo fatto delle richieste ben precise ma le risposte non sono state certo soddisfacenti. Per quanto riguarda la nostra richiesta di una Assemblea pubblica di illustrazione e confronto sul progetto, ci è stato detto che se si farà verrà comunque posticipata a dopo l’assemblea dei servizi e questo significa volere mettere la popolazione nuovamente di fronte a un altro ‘fatto compiuto’, dopo quelli già effettuati in passato relativamente a questo progetto, pregiudicando il senso e l’incisività di ogni possibile osservazione e contributo. Subordinare poi questa tardiva convocazione alla espressione tutta in politichese del ‘se ancora ritenuto opportuno’, significa esprimere già da ora una pregiudiziale di ‘opportunità’ che mortifica il senso stesso della ‘democrazia trasparente’ che a parole questa amministrazione dichiara di volere praticare”.
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