RIVA DI SOLTO – Vittorio Capitanio, il proprietario del Bogn: “Ma quale progetto? Il terreno è mio e questa amministrazione non ha mai collaborato”, Il Bogn e quel Santuario ‘mancato’

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Vittorio Capitanio, maglioncino nero, perché oggi l’estate è solo sul calendario, documenti in mano e tante cose da raccontare. Vittorio vive a Cene ma a Riva ha un’azienda agricola e soprattutto Vittorio è proprietario di 5 ettari della zona probabilmente più suggestiva dell’intera Regione: il Bogn a Riva di Solto. E proprio il Bogn è sotto i riflettori ormai da anni, prima per un progetto di riqualificazione che ha visto l’opposizione un po’ di tutti, enti e cittadini e poi ora per un altro progetto rivisto e modificato. Ma…c’è un ma: “Qui nessuno ha tenuto conto del fatto – racconta Vittorio – che gran parte della proprietà dove insiste questo progetto è mia”. Già, Vittorio che alleva cavalli, organizza trekking, produce olio “Sono sempre stato un sognatore e continuo ad esserlo”, ha acquistato i 5 ettari di Bogn da un privato 35 anni fa: “Una persona che si era ammalata, con cui avevo un ottimo rapporto, io sono molto legato al Patronato San Vincenzo e avevo comprato questo terreno con l’idea di realizzare un Santuario con Don Giorgio Longo e di vivere questo luogo lasciandolo accessibile a tutti e tenendolo nel modo più naturale possibile, naturalmente vissuto dall’uomo perché altrimenti tutto diventa abbandonato. Ho ancora i disegni e il progetto del Santuario. Comunque poi quando Norma Polini era sindaco, una quindicina di anni fa ho stipulato una convenzione dove insieme, pubblico e privato, si lavorava per il rilancio di quest’area. Poi quando è stata eletta questa amministrazione è cambiato tutto e ora mi ritrovo nel loro progetto che avete pubblicato sul numero scorso di Araberara, che sostengono che la mia area è in comodato d’uso a loro, niente di più falso, la convenzione era di dieci anni ed è scaduta”. Vittorio racconta: “Con Norma avevamo anche aperto un piccolo chiosco per fare in modo che chiunque potesse trascorre una giornata al lago senza dover per forza andare al ristorante, io pensavo a una cosa meno formale, poi sono stati fatti i bandi per la gestione, poi è anche stato bruciato e l’amministrazione attuale ha poi negato la possibilità di riaprirlo. Avevo anche fatto ripulire le pareti chiedendo a due grandi scalatori come Mario Panzeri e il povero Mario Merelli di sistemare la parete e lo hanno fatto, perché la ricchezza degli uomini sono le relazioni. Bisogna dare un senso alle cose, alla storia, alla natura. Anche per questo negli ultimi anni mi sono fatto promotore delle rievocazioni storiche di Bianzano, Riva di Solto”.  Vittorio è un fiume in piena: “Mi hanno fatto pressioni per vendere il terreno e farlo diventare edificabile, io l’ho voluto lasciare agricolo perché è la sua bellezza. Circa 50 anni fa don Gino Scalzi che presiedeva la Sovrintendenza bloccò la realizzazione di un tunnel in calcestruzzo, insomma, per salvaguardare questa zona sono decenni che si combatte. Comunque quando è stata eletta Norma Polini si è aperto un grande dialogo, avevamo deciso appunto di unire le forze pubbliche e private e creare qualcosa di bello per tutti, la convenzione era del 2009, durava 10 anni e quindi è scaduta, questi che sono arrivati dopo non hanno mai voluto parlare con me, l’unica proposta era quella di vendergli l’area, loro non volevano spendere un euro su un terreno privato e ora provano a sostenere che l’area sarebbe in comodato gratuito…

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