Un nuovo progetto, di quelli che dovrebbero cambiare e stravolgere un po’ tutto, si chiama ‘Recupero, terra e vita’ e ‘fonte’ la terra con l’inserimento lavorativo di persone fragili.
“Mettiamo subito in chiaro che non sono un imprenditore e che di mio, nelle realizzazioni di tutti questi anni, ci ho messo solo l’anima. Però ho scoperto che senza metterci fede e convinzione – l’anima, appunto – non si fa nulla, anche se poi la maggior parte del merito va a chi mi ha aiutato e mi aiuta concretamente, alle tante persone competenti e preparate che mi hanno affiancato e mi affiancano insegnandomi ‘come si fa’”.
Don Cesare Isonni, già curato di Lovere, attualmente dà una mano al parroco di Borno, dove abita, ma non più di tanto perché, come ammette lui stesso, è sempre in giro ad occuparsi di cooperative e di progetti ad esse legati:
“Quando arrivai da curato a Lovere, nel 1975, mi accorsi che c’era purtroppo molta droga in giro e cominciai a partecipare alle riunioni che don Redento Tignonsini faceva coi genitori dei ragazzi drogati. A Brescia in quel periodo cominciavano a sorgere le cooperative sociali per il recupero, e allora con il mio gruppo Scout e i giovani dell’Azione Cattolica Ragazzi, all’inizio dei febbraio del 1985, fondammo a Sovere la cooperativa “Il piccolo sentiero” per dare una possibilità di lavoro ad una quindicina di persone, cooperativa che seguo tuttora e che si è occupata e si occupa della cura delle persone disagiate tramite il recupero del paesaggio rurale, coltivando prima a vigna e poi ad ulivo appezzamenti di terreni abbandonati”.
In seguito don Cesare viene trasferito, torna ad insegnare Lettere a Darfo senza però mai smettere di lavorare per la “sua” cooperativa. Ed ora, ormai pensionato dalla scuola, è vice-presidente anche della Cooperativa “Agricola” che insieme a quella di Lovere ed a quella della ‘Comunità di Bessimo’ si dedica ad un nuovo grande progetto, denominato ‘Recupero, terra e vita’, per la realizzazione del quale può contare su fondi da un bando Cariplo vinto di recente.
“Si tratta del bando “Ruralis” del 2022 per la tutela del paesaggio rurale e la promozione dell’inclusione sociale del settore ‘Ambiente e Servizi alla Persona” della Fondazione Cariplo – spiega – progetto da realizzare nel terreno dietro la casa della comunità di Bessimo, in comune di Rogno, dove verrà proseguito il recupero dei terreni abbandonati ed a rischio idrogeologico, unitamente all’inserimento lavorativo di soggetti fragili, avviato ormai da cinque anni nel contesto territoriale della Valle Camonica e dell’Alto Sebino (alto Lago d’Iseo) da cooperative sociali, enti pubblici e associazioni ambientaliste per affrontare le problematiche legate all’agricoltura di montagna ed all’abbandono dei terreni e delle coltivazioni tradizionali, scoprendo sinergie e saperi comuni e perseguendo sempre l’obiettivo dell’inclusione sociale tramite l’inserimento lavorativo”.
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