“Ho pregato tanto sin dal primo momento che tutto andasse bene”, ci scrive Elena B. dopo aver letto la storia di Giancarlo Visinoni. 37 anni, rovettese, la leucemia quando ne aveva soltanto quattordici, la battaglia più dura della sua vita, la vittoria e la rinascita. Un anno intenso ed infinito passato dentro e fuori gli ospedali, in una stanza dove il tempo non trascorreva, dove solo l’amore della sua famiglia l’ha aiutato a combattere, a essere più forte di tutto.
“Ricordo tutto come fosse successo ieri (…) Negli occhi dei medici vedevo la difficoltà nel dirmi che avevo la leucemia – ci aveva raccontato -, ma mi hanno spiegato tutto e sono rimasto in ospedale per qualche settimana. Il mio caso era grave, c’è chi viene curato con le chemio, chi ha un donatore in famiglia ed è più semplice perché c’è meno rischio di rigetto. Per me nessuna di queste opzioni era valida, io avevo bisogno di un donatore esterno, che però non c’era. È stata dura sentirsi dire tutto questo in faccia… mi hanno dato una cura da seguire a casa e sono stato dimesso”.
Poi, un giorno d’agosto, la bella notizia: “Mi avevano dimesso e tornavo in ospedale soltanto per i controlli, quel giorno la dottoressa mi è corsa incontro, mi ha detto che ero fortunato, avevano trovato il mio donatore. Non ho capito subito, forse perché ero stanco e con il morale a terra, ma poi, quando me ne sono reso conto, non potevo che essere felice”…
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