Luca Mariani
«Sono molto contento. È la prima volta che vinco un titolo. È una bella soddisfazione.» Iacopo Jack Brasi reagisce così alla vittoria di domenica 18 giugno al Rally Estivo val Tartano, valevole come Campionato Italiano di Skyrace a coppie. «È andata bene. Siamo andati per vincere. Eravamo i favoriti.» Spiega il ventinovenne di Rovetta che si è laureato campione d’Italia accoppiato con il valtellinese Fabio Ruga, classe 1981. «Siamo compagni di squadra. Entrambi corriamo per La Recastello Radici Group. Lui è specializzato sulle lunghe distanze. Aveva già vinto alcuni campionati italiani. Io quel giorno lì non ero in grandissima forma. È stata una giornata impegnativa. Avevo fatto tante gare e sono arrivato un po’ in calo. Se siamo riusciti a vincere tanto merito è del mio compagno Fabio che mi ha spinto per tutta la gara. Così sono riuscito a portare a casa il titolo e la forma di bitto, il formaggio che si usa per fare i pizzoccheri, che era il premio per i vincitori». Capelli scuri, corti e ordinati come la barba. Iacopo analizza la prestazione che ha consentito a lui e a Fabio di vincere il tricolore: «Siamo partiti subito bene e siamo andati in fuga. Nel finale siamo un po’ calati ma siamo riusciti a mantenere il vantaggio.»
Quella in val Tartano è la più prestigiosa delle numerose vittorie di Jack in questo fruttuoso 2023: «Ho vinto la Valzurio trail, la gara di cross a Lissone, la Colombina trail running a Bossico e la Sportumanza trail qua sulle creste di Parè.»
Tutti questi successi l’atleta rovettese è riuscito ad ottenerli nonostante il lavoro gli occupi sempre più tempo ed energie. Nel 2019 infatti ha aperto a Rovetta il primo studio sportivo di valutazione funzionale in alta val Seriana. Oggi, grazie alla collaborazione con la Rosa Associati, la più importante azienda italiana di management sportivo, con sede a Clusane, Iacopo segue atleti di livello internazionale: «Il più famoso è Jacob Kiplimo che era venuto anche all’inaugurazione del mio studio. A marzo 2020 ha vinto i mondiali di mezza maratona a Gdynia in Polonia. L’anno successivo ha vinto il bronzo alle olimpiadi di Tokio nei dieci mila metri piani. L’anno scorso un altro bronzo al mondiale, sempre nei dieci mila. Oltre a lui ci sono tanti altri atleti che alleno e che stanno crescendo. Il migliore per ora è Titus Kipruto, che l’anno scorso ha vinto la maratona di Milano.»
Grazie a questa sua grande attività lavorativa Iacopo quattro volte all’anno va in Africa per seguire da vicino i suoi campioni: «Dopo la gara della Diamond League di venerdì, io e Jacob partiamo direttamente dal principato di Monaco e andiamo in Uganda, perché deve preparare i mondiali di fine agosto a Budapest. Prima delle gare importanti scendo sempre per seguire la loro rifinitura sul campo. Lì ci sono due training camp della Rosa Associati a settanta chilometri di distanza. La zona è vicina al vulcano Elgon, nella parte orientale dell’Uganda, vicina al confine con il Kenya. È circa sui 2000 metri di altitudine. Gli atleti sono tutti di lì e non è un caso. È un mix di doti genetiche di base e anche il vivere in alta quota è un vantaggio. Grazie alle loro vittorie, questi atleti guadagnano e la zona si sta sviluppando. Sta crescendo il turismo sportivo. Molti atleti europei vanno lì ad allenarsi in altura. Ogni volta che scendo c’è almeno una casa nuova. La zona è molto bella. Si vive bene ed è molto tranquilla. Non c’è criminalità e gli abitanti locali ci tengono ad evidenziare il fatto che sono brava gente.»
Carnagione color terra. Occhi scuri in tinta con barba e capelli. Jack è appassionato del suo lavoro e mentre parla dei suoi atleti gesticola molto, volteggiando nella aria le dita lunghe e sottili: «Quando sono qui a Rovetta li seguo da remoto. Grazie alla tecnologia e ai dispositivi controllo i loro risultati e gli do le tabelle da seguire. Le loro famiglie vivono tutte in piccoli villaggi. Jacob per esempio ha due bambini. Quando è stanco e ha bisogno di una pausa torna in famiglia e si rigenera. Purtroppo solo in tre di loro hanno un contratto. I tre più forti. Gli altri hanno vito e alloggio pagato, che per loro non è male, viste le condizioni in cui stanno. Nell’atletica i soldi si fanno con gli sponsor, con le vittorie e con le partecipazioni su invito alle gare. Se sei un corridore d’alto livello ti arricchisci. Ma se sei appena appena sotto no. Questo è il problema di questo sport: c’è tanta disparità tra i vari atleti.»
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