ROVETTA – IL PERSONAGGIO Romeo, medico condotto, racconta la caccia agli “invisibili” della Camorra Dopo 40 anni di “ricette” a Rovetta, ha scritto un romanzo, “tutto vero”, sulla DIA di Napoli e la cattura di quattro latitanti, capi dei clan camorristi.

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Un medico condotto di paese va in pensione e si inventa una nuova vita da romanziere. E il romanzo non è di fantasia. E il romanzo racconta la storia di un gruppo di poliziotti di un reparto speciale, la DIA, che ha l’incarico di catturare pericolosi e autorevoli capi della Camorra napoletana, con intrecci anche con la Mafia siciliana. Non pensate a un libro noioso, triste, di denuncia. E’ perfino allegro in certi passaggi in cui il gruppo ha l’impressione di essere mandato allo sbaraglio sentendosi come la mitica Armata Brancaleone (citata in un passaggio proprio come esempio da non imitare), quella in cui un Gassman mitico si mette in testa e alla testa di un branco di sbandati per andare alle Crociate, una sorta di don Chisciotte contro i mulini a vento. Ma qui il vento girerà dalla parte giusta e verrà messa al bando la “improvvisazione e la disorganizzazione”. Un emulo di Roberto Saviano o addirittura un anti Saviano come qualcuno ha tentato di classificare l’autore di questo romanzo, che tale è solo in minima parte? “A differenza di Saviano io sono ottimista. E chi è contro la Camorra sta dalla stessa parte”.

Insomma non sarebbe una gran notizia che un medico, raggiunta la pensione, si metta in testa di scrivere romanzi, c’è chi scrive perfino poesie, quando ci si ritrova da un giorno all’altro con giornate vuote di impegni o sceglie di posizionarsi ai bordi di un cantiere per godersi il sudore altrui, o va ad occupare una panchina del parco o a godersi la bella gente che passa in un supermercato. Oppure finalmente, appunto, si inventa una seconda vita, riesumando vecchi sogni sepolti in qualche cassetto di una memoria che va spolverata. Insomma magari uno da giovane studente sognava di fare lo scrittore… “Sì, da studente ho fatto qualche articolo per un giornaletto locale. Si chiamava ‘Messaggio d’oggi’, quattro pagine che uscivano di tanto in tanto, dirette dal Preside della scuola media locale. Mi mandava a seguire i consigli comunali. Poi ho mollato, dovevo finire l’università. Ma non sentivo una particolare vocazione per la scrittura”. Insomma non era nemmeno un sogno nel cassetto.

E’ tempo di fare entrare in scena l’autore. Si chiama Francesco Romeo, compirà 73 anni, è nato ad Avellino il 3 agosto 1946 e ha fatto il medico di base a Rovetta per 40 anni. Da Avellino a Rovetta? “Era il 1972, avevo 26 anni. Mi sono laureato in medicina all’Università ‘Federico II’ e facevo volontariato in ospedale come anestesista.  All’ospedale di Scandiano, in Emilia Romagna, cercano un anestesista. Ci vado. Odori di allevamento di mucche. Comunque carino. Ci penso. Siamo in auto. A Sasso Marconi la mia fidanzata mi chiede: ma dove stai andando? Rispondo: sto tornando a casa. Ma no, dai, andiamo a Bergamo da tuo fratello. Mio fratello Umberto era impiegato alla Camera di Commercio di Bergamo. Ma sì, andiamo a trovare Umberto. Mai stato così al nord. Umberto mi suggerisce di provare all’Ospedale Maggiore, magari…

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