Nei giorni scorsi il sindaco di Rovetta Mauro Marinoni aveva scritto al presidente della Comunità a proposito dei test sierologici e proprio in queste ore è tornato sull’argomento.
“Lo Stato – spiega il primo cittadino – ha disposto l’inizio di un primo screening su un campione di popolazione. Anche la Regione Lombardia ha programmato un’azione per l’effettuazione dei test, cominciando dagli operatori sanitari, per poi interessare i cittadini che debbono tornare lavoro, sulla base delle scelte che verranno effettuate per l’avvio della fase 2.
Alcuni comuni hanno annunciato di aver contattato società private di analisi per fare il test a tutta la popolazione del proprio paese. Si agirebbe dunque per proprio conto. Ciò anche per rispondere alle pressioni dei cittadini.
Seguendo le indicazioni e pareri degli esperti, ho sempre creduto che la questione debba essere governata dallo Stato, dalla Regione o comunque dall’autorità sanitaria. Anche perché dobbiamo essere sicuri della validità dei test e del loro valore in termini di tutela rispetto al contagio. Non parrebbero opportuni interventi a macchia di leopardo; essendo preferibile un’azione unica su un territorio più ampio ed uniforme. Non capirei il senso di mappare Clusone e non Rovetta piuttosto che Ardesio e non Gromo. Anche perché i risultati delle analisi debbono servire a verificare la diffusione della malattia, su un territorio non limitato.
Le autorità scientifiche hanno poi detto chiaramente che i test devono essere validati e deve esserne confermata l’efficacia; ce ne sarebbero alcuni in circolazione di cui non è provata la validità. Comunque di per sé il test non darebbe la patente di immunità.
Ma nonostante si cerchi di trattare questo argomento sotto l’aspetto razionale e si ribadisca come sia opportuno che il test venga guidato dalle autorità sanitarie, possibilmente su un territorio omogeneo; partendo magari proprio dalla Val Seriana, che è l’area più colpita in Italia, molta parte della popolazione chiede comunque alle autorità comunali che si muovano per far da sé.
Si vuole il test per avere conferma di avere gli anticorpi e molto probabilmente per potersi sentire immuni e sicuri di poter tornare alla vita ordinaria. Anche se viene ripetuto che non vi sarebbe alcuna certezza circa il permanere o meno di rischi di contagio attivo e passivo.
Anche il sottoscritto si è comunque attivato presso un laboratorio di analisi per vedere come sarebbe possibile fare questi esami; anche perché ci aspettiamo che la cittadinanza inizierà a chiedersi perché a Nembro, Albino e Alzano, piuttosto che in altri paesi vengono fatti questi test, ed a Rovetta no.
La società interpellata ci ha riferito che attende l’autorizzazione regionale per l’utilizzo dei propri test sierologici. Non appena ciò avverrà, tale laboratorio, che già opera nel nostro territorio, potrà attivarsi anche per Rovetta. Solo peraltro successivamente ad approfondiremo della fattibilità dell’operazione a livello comunale, in relazione alle indicazioni fornite delle autorità sanitarie competenti. Non è escluso pertanto che
a breve anche a Rovetta si possa fare il test su base volontaria. Fermo restando la necessità di ribadire quanto detto sui limiti di questi esami e del pieno rispetto delle norme e regole dettate da leggi, decreti ed ordinanze”.