Sono le 18:30 di un giovedì di inizio anno, sul mio pc una notifica mi aggiorna che è arrivata una nuova mail. Qualcuno ha un personaggio dell’anno da segnalare. Arriva da Rovetta. La mamma di Nicolò Sironi, classe 2003, mi racconta della donazione del midollo osseo da parte del figlio. Non ci penso due volte, le rispondo e le chiedo di mettermi in contatto con lui. Ebbene sì, la storia inizia così, con Nicolò che mi telefona poche ore più tardi.
Riavvolgiamo il nastro, partiamo dall’inizio: “Mia mamma e mio zio, che fa il medico, mi hanno sempre parlato sia della donazione di sangue che di midollo e appena mi è stato possibile, cioè quando ho compiuto 18 anni, non ho avuto dubbi e mi sono iscritto sia al registro dell’Avis e dell’Admo”.
E poi? “Era passato poco più di un mese dalla mia iscrizione quando mi hanno chiamato per la prima volta – racconta Nicolò – e sono andato in ospedale a fare i primi test iniziali, ma non sono risultato compatibile. Mi hanno che ero già stato fortunato ad essere stato contattato una volta e che probabilmente non mi avrebbero mai più richiamato”.
Invece non è andata così: “A settembre ero in Sardegna in ferie ed è squillato il telefono e mi hanno detto che c’era questa possibile compatibilità, quindi due giorni dopo, una volta rientrato a casa, sono andato al Papa Giovanni dove mi hanno fatto i test”.
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