ROVETTA – Paolo: “Ero alla Parigi Dakar quando…”, Suor Maria Grazia: “I miei bimbi ora sono adulti ma…”, Battistina: “Facevo la professoressa e la catechista, portavo cabaret di paste…” Stefano: “Avevo 9 anni, stavo andando a scuola…”

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Il cielo si è fatto nuvoloso e tira un’aria frizzante che scompiglia i pensieri. Il viale fatto di sanpietrini è deserto, sulla destra delle piccole tombe bianche raccolgono i sogni spezzati di piccole anime che sono volate in cielo troppo presto. Degli angioletti in pietra li vegliano sorridenti. Più su, alla mia destra due fotografie, una in bianco e nero e l’altra a colori un po’ sbiaditi ritraggono Gian Paolo Marinoni in sella alla sua moto. Sotto i baffi un sorriso orgoglioso. “A portarmi via quel 24 gennaio del 1986 è stata la mia più grande passione… ero un pilota ufficiale della Cagiva e stavo partecipando alla Parigi – Dakar. Avevo vinto due tappe, poi quel giorno sono caduto a pochi chilometri dal traguardo, ma io quella gara volevo portarla a termine e mi sono alzato… ho chiuso 13°. Poche ore dopo però non mi sono sentito bene e sono stato ricoverato all’ospedale civile di Dakar, ma i danni al fegato erano stati troppo gravi… avrei compiuto 31 anni pochi giorni più tardi, il 6 febbraio. Aspetta, prima di andare via, qui accanto a me c’è papà Raimondo, lo conoscono tutti come Mondo, storico sindaco di Rovetta e vedi, proprio qui sotto c’è il centro sportivo, porta il mio nome”.

Risalgo il vialetto che nel frattempo si è popolato e trovo due suore che a Rovetta hanno fatto la storia, suor Maria Grazia Mazzolenii miei bambini sono diventati adulti ormai, ma chi ha frequentato l’asilo si ricorderà di me” e suor Bernardetta Barzizza “invece di me si ricorderanno quelli che da bambini venivano a cercare i ritagli delle ostie… che a quei tempi erano come le patatine”.

E poi don Gaetano Boffelli: “Mi piaceva stare tra i ragazzi e non avevo problemi a mettere la tuta da lavoro e andare insieme a loro a raccogliere ferro e carta e grazie ai fondi che siamo riusciti a raccogliere, abbiamo costruito il nuovo oratorio sulle ceneri della casa parrocchiale… che bella soddisfazione. Dopo 27 anni da parroco me ne sono andato a Bagnatica, solo che Rovetta mi era rimasta nel cuore, mi mancava tanto e ho deciso di tornare”.

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