ROVETTA – SAN LORENZO – Daniele, 13 anni, il tumore, 21 operazioni. Papà e mamma: “Non si è mai lamentato, pensava al sorriso degli altri. La sua camera è ancora piena di lui”

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“Camminerò / A un passo da te / E fermeremo il vento come dentro agli uragani / Supereroi / Come io e te / Se avrai paura allora stringimi le mani”.

Daniele, di cognome Colombo, se n’è andato in un giorno di fine ottobre a 13 anni, portando con sé quel sorriso che fin da bambino aveva un potere speciale, quello di colorare una vita, che l’aveva messo di fronte ad una battaglia dura da affrontare. Un tumore cerebrale che ha combattuto a più riprese.

È una fredda serata di metà novembre, fuori è già buio, papà Massimo ha appena staccato dal lavoro, fa il carrozziere a Vertova, mamma Roberta, che ha un’azienda a Bolgare, arriva in redazione insieme a Bianca, la sorellina di 8 anni, pochi minuti dopo. Una borsa che Roberta tiene in spalla custodisce degli album pieni di foto e disegni che raccontano la vita di Daniele, dentro e fuori l’ospedale. Partiamo proprio da qui. Roberta e Massimo sorridono. “Ci vedi così sereni perché la nostra missione è quella di portare ovunque il sorriso di Daniele, lui avrebbe voluto così, avrebbe raccontato la sua storia e adesso tocca a noi… sai, succede che la vita cambia da un giorno all’altro”.

E cambia per sempre. Il tumore si è presentato quando aveva quattro anni e nella loro casa di San Lorenzo, a Rovetta, era tutto pronto per accogliere Bianca: “Ero incinta di sette mesi, Daniele scoppiava di salute, ma era più grande rispetto ai bambini della sua età e così abbiamo deciso di approfondire”.

Le corsie dell’ospedale Civile di Brescia sono diventate la loro seconda casa. 21 interventi, 30 sedute di radioterapia e poi le chemioterapie, ma Daniele ha indossato la corazza e ha sempre combattuto con il sorriso e con il camice di ‘Mister Salsiccia’ confezionato da mamma e papà. L’incontro con i ‘Claun Vip’ in ospedale è stato qualcosa di speciale, di unico: “Sai, di solito in una degenza un bambino li incontra una, due volte, Daniele ha passato due anni in ospedale e si era appassionato di magia, voleva essere proprio come loro. Quando uno dei clown gli ha regalato la ‘scatola dei desideri’, lui ha scritto che avrebbe voluto fare il clown in ospedale. Era orgoglioso di indossare quel camice, lui era più Mister Salsiccia che Daniele e quando finalmente ha finito le cure, abbiamo seguito i Claun Vip del Lago d’Iseo anche fuori dall’ospedale e lui ha portato la sua esperienza, la sua testimonianza, la sua gioia”.

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