Sei lunghi anni senza Mattia. Sei lunghi anni riempiti di lacrime e sorrisi, di domande che forse una risposta non la troveranno mai, di amore, di ricordi custoditi in un angolo di cuore dove c’è posto solo per chi ha lasciato tracce indelebili. A chiudere gli occhi quel 27 luglio del 2018 sembra essere fuori dal tempo. Un istante che è stato abbastanza per inghiottire i sogni di Mattia Bevilacqua, nella primavera della sua vita. Un venerdì d’estate, i 18 anni compiuti da pochi mesi che ti fanno sentire grande, le vacanze spensierate, una festa in compagnia degli amici e un viaggio in moto che ha trasformato una sera qualunque nella notte più buia. Le sirene che squarciano il silenzio, le ore silenziose passate tra le corsie di un ospedale, la disperazione mescolata alla speranza. Poi il vuoto, l’ultimo saluto e il cammino della vita che prosegue con una melodia diversa, ma con quel sorriso stampato in volto impossibile da dimenticare. Non è di certo un caso se ogni estate, da sei anni, il campo sportivo di San Lorenzo si riempie di giovani per l’evento organizzato dai suoi amici. L’hanno chiamato ‘Carpe diem’, come quel motto che avrebbe voluto incidere sulla pelle, per ricordarsi di cogliere l’attimo. Quell’attimo che Mattia ha saputo sempre vivere d’un fiato. E quest’anno l’appuntamento è per il 3 agosto, insieme come sempre tra la musica e il calcio che Mattia amava.
È ancora estate, come sei anni fa. Papà Michele ha gli occhi lucidi e la voce ogni tanto viene soffocata dalle emozioni che pizzicano l’anima, ma che vogliono uscire a tutti i costi. La galleria del suo telefono è piena di ricordi e portano tutti dritti da Mattia. La sfogliamo, due gocce d’acqua: “Si, me l’hanno sempre detto tutti che c’è una somiglianza incredibile tra di noi”.
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