La Lombardia sta per varare la riforma sanitaria. Il Consiglio regionale la discuterà a partire dal 10 novembre e si arriverà al voto a fine mese. Pochi sanno che la “deve” fare (la riforma) perché quella varata da Maroni nel 2015 (Legge 23) era… a tempo, sperimentale ed è scaduta nel dicembre 2020. Il Ministero ha inviato un lungo documento (90 pagine) che fissa le cose che la Regione Lombardia deve fare e cambiare.
Ospedali di Piario e Lovere
In queste settimane si è fatta confusione, anche tra i sindaci. Come hanno sentito parlare di “ospedali di Comunità” hanno pensato che Piario e Lovere stiano per cambiare o addirittura chiudere. Non c’entra niente, la riforma non li tocca. Ma c’è comunque un allarme indiretto. Nello stanziamento dei prossimi anni per le strutture la Regione ha destinato 50 milioni per ristrutturare l’Ospedale di Anzano e altri 55 milioni per realizzare l’ottava “Torre” al Giovanni XXIII di Bergamo. Per Piario e S. Giovanni Bianco 0 (zero) euro. Il che dovrebbe far drizzare le orecchie ai sindaci della Valle Seriana. Non è la riforma in discussione che dovrebbe allarmarli, ma il futuro dell’ospedale di Piario, perché per quello di Lovere c’è un progetto, ci sono 3 milioni di stanziamento come raccontiamo nelle pagine di Lovere. Ancora una volta non si capisce perché potenziare Alzano, a due passi da Bergamo e dal Bolognini di Seriate e ignorare (e per il futuro chissà, magari depotenziare) i tre ospedali delle valli. Il tutto andando contro la filosofia del Piano Nazionale che dà direttive proprio per mettere sul territorio maggiori servizi sanitari. E adesso torniamo alla riforma.
Ats e Asst
E’ molto probabile che restino invariate le 8 Ats lombarde e le ben 27 Asst. Il Ministero ha criticato l’attuale situazione. Le Ats (ex Asl, ex Ussl) sono troppe e così hanno poca capacità e competitività contrattuale con le grandi aziende private. Le Ats sarebbero organi di governo della sanità e come tali negoziano i costi nel pubblico come nel privato. Ma basta pensare alle liste di attesa che nel pubblico sono di mesi e nel privato sono a giorni ma a pagamento. Questo succede anche perché quando uno va a prenotare una visita il sistema “vede” solo la disponibilità del pubblico, le aziende private non mettono a disposizione il loro sistema di prenotazione, perché ovviamente preferiscono la visita privata a pagamento che la visita convenzionata con rimborso regionale non paragonabile alla tariffa di una visita privata. Le Asst sono gli ospedali e sono gli “esecutori”, ma sono in competizione anche qui con il privato che cerca di fornire i servizi più remunerativi e lascia al pubblico quelli più costosi e meno remunerativi.
Tornano i Distretti
Si torna ai Distretti sanitari che dovrebbero avere la stessa dimensione degli attuali Ambiti (che hanno competenza sul sociale). I Distretti avrebbero competenze socio-sanitarie (da verificare le sovrapposizione nel sociale). I Distretti avranno competenza su medici di base, ambulatori e case di riposo, avranno un Direttore, dovrebbero essere tarati sui 100 mila abitanti con eccezioni, tutte da stabilire, sui territori montani.
Il Piano Nazionale
La Regione deve sottostare a quanto stabilito (e finanziato: i soldi ci sono e sono molti) dal PNRR che sta per Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (che sta per capacità di reazione dopo un evento traumatico, in questo caso la pandemia). Sono 3 i punti fissati dal Governo per la sanità:…
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