Gentile redazione,
ho visto attraverso i vostri social che sul prossimo numero del giornale vi occuperete di sanità. Ho deciso di raccontarvi la mia esperienza. Parto da una premessa, mio papà ha 85 anni, è lucido mentalmente, ma è sordo, non cammina e ci vede pochissimo e solo da un occhio, insomma è un uomo che ha bisogno di assistenza. L’avevo accompagnato in pronto soccorso a Esine perché aveva un forte dolore al petto, avevano diagnosticato qualche scompenso cardiaco che andava approfondito, ci hanno rimandato a casa consigliandoci un holter al più presto. Ovviamente abbiamo scelto di andare a pagamento per ridurre al minimo i tempi di attesa, il sabato l’esito era pronto e il lunedì, il 4 marzo, quando l’ho ritirato l’ho subito sottoposto all’attenzione della sua dottoressa di base. Lei ha subito capito che la situazione era grave e di sentire in fretta un cardiologo. Anche in questo caso abbiamo pensato di andare a pagamento, ma la prima data disponibile era l’8 marzo. Secondo la dottoressa sarebbe stato comunque troppo tardi e quindi ci ha consegnato una carta con indicata l’urgenza per accedere in modo più veloce alla visita.
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