Michele Schiavi, consigliere regionale, di quelli che quando sono stati eletti non sono certo spariti, sul territorio e per il territorio, che non è poi cosi scontato. Da Onore a Milano, con l’entusiasmo di un ventenne, che poi ventenne lo è davvero. In mezzo alcuni temi che scottano e bruciano tanto, sanità e viabilità. Cominciamo.

Nelle valli, soprattutto nei paesi di montagna da tempo non ci sono medici, carenza che provoca disagi soprattutto agli anziani, cosa sta succedendo?

“La situazione è complessa ma la matassa si sta dipanando, la carenza di medici sta diminuendo, certo, ci sono ancora ambiti scoperti ma siamo verso la soluzione e ci sono vari motivi per cui sono scoperti. Il tema della sanità è delicato e complesso, abbiamo chiesto da subito che i medici di medicina generale e gli ospedalieri collaborino e si parlino tra loro agevolando i consulti delle attività sulla telemedicina che da sola non ha senso. Non si può pensare che un anziano si metta a fare un consulto via internet. La telemedicina funziona se fatta in un determinato modo, cioè il medico di medicina generale che riceve il paziente e si consulta con l’altro medico ospedaliero per capire come meglio intervenire. Ad esempio se un paziente va dal medico e il medico riscontra che c’è bisogno di un consulto dermatologico si collega direttamente e ottiene il consulto senza che il paziente debba andare a prenotare una visita dermatologica in ospedale, in questo modo il paziente non deve aspettare o muoversi molto e inoltre in questo modo potrebbe anche scoprire che non serviva occupare un posto in ospedale e cosi anche le liste di attesa si accorciano. Un servizio che qui da noi in alcuni settori è già cominciato e che secondo me ha tutte le carte in regola per diventare una prassi”. Intanto si va verso l’abolizione del numero chiuso a medicina e questo permette cosi di avere più bacino dove pescare nuovi medici: “Ormai siamo all’accesso libero, la selezione verrà fatta durante il primo anno ma in ogni caso verranno tenuti buoni gli esami superati per poi poter essere utilizzati in altre facoltà, da infermieristica ad altro. Ma la carenza di personale sanitario era il frutto di un’errata programmazione, ad esempio fino a qualche anno fa a fronte di 100 medici laureati c’erano 80 borse di specializzazione, quindi una parte di laureati in medicina non poteva accedere alla specializzazione e al lato pratico poteva solo esercitare come guardia medica…

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