SARNICO – RETROSCENA – Bertazzoli, Plebani e quei voti mancati

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Il sindaco Giorgio Bertazzoli ha ancora poco più di un anno di mandato prima delle nuove elezioni (è stato eletto per la seconda volta il 26 maggio 2019). Ma veleggia con il vento in poppa e non è quindi ancora la sua “Ora” e tanto meno teme una “sarneghera”. Ma siccome non ama la calma piatta, senza badare alla forma, una soffiata di vento l’ha fatta: ha destituito la sua vicesindaca Paola Plebani accusata di non essere “da molto tempo” in sintonia, essendo venuto a mancare “il rapporto di fiducia”. Ma ci è andato giù piatto quando ha sostenuto che “il ruolo di vicesindaco sia fatto soprattutto di lealtà e condivisione assoluta con il proprio sindaco”.

Insomma ha accusato la sua ex vice di slealtà. In che cosa? “Molte scelte prese in autonomia e senza condivisione”.

Questi i termini messi nero su bianco. Ma cosa può essere successo nel dietro le quinte? Bertazzoli (Lega) non è stato eletto consigliere regionale per soli 383 voti (uno in più del distacco avuto dal capogruppo leghista uscente Roberto Anelli (rieletto). Una manciata di voti che fanno pensare che un appoggio maggiore a livello locale gli avrebbe permesso di essere la sorpresa leghista in bergamasca, dato per scontato che Francesco Malanchini era irraggiungibile con i suoi quasi seimila voti, ma gli altri (Anelli e Belotti) si sono rivelati alla portata del sindaco di Sarnico e la sua capacità indubbia di usare i social e in generale la comunicazione.

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