SARNICO – Scoppia la polemica della mensa scolastica, le lamentele dei genitori

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di Matteo Alborghetti

Cibo non biologico, posate di plastica, nessun recupero del cibo rimasto e soprattutto quella cucina che non è a Predore, come detto, ma a Casnigo, sede della ditta, la questione mensa scolastica non è solo un fattore legale, i genitori del comitato dell’istituto comprensivo di Sarnico infatti sono sul piede di guerra e da mesi chiedono al sindaco un intervento urgente per costringere la ditta che ha in gestione il servizio, ‘La cucina di Peter Pan’ di mettere in atto tutti i punti del contratto. Dopo la condanna inflitta alla ditta di Casnigo (questione riportata sull’ultimo numero di Araberara) ora sono i genitori ad alzare la voce con il comitato che ha spedito una lettera al sindaco evidenziando i vari punti del contratto che non verrebbero rispettati: cibo biologico, recupero del cibo avanzato per darlo ai bisognosi, rilevazione gradimento del cibo, la cassetta della posta per le lamentele e soprattutto la questione della cucina, prima a Predore poi a Casnigo, questione al centro delle indagini della magistratura. Nella lettera il comitato fa l’elenco di cosa propi non va nella mensa scolastica.
“Tutto è nato quando nel febbraio scorso – spiega Romy Gusmini, capogruppo di minoranza – un gruppo di genitori ci aveva inviato una lettera il cui contenuto descriveva lo scontento nei confronti del servizio mensa offerto dall’amministrazione comunale e gestito da “La Cucina di Peter Pan”.
Preoccupati solo ed esclusivamente per il “bene” della salute dei bambini che usufruiscono della mensa, ci siamo subito attivati per cercare di capire cosa stesse succedendo. Come consiglieri, anche se di minoranza, abbiamo il dovere e il diritto di esprimere il nostro pensiero e utilizzare gli strumenti istituzionali adeguati, ancor più quando sono i cittadini a chiedercelo. Abbiamo raccolto alcune racconti di mamme alquanto allarmate e subito dopo abbiamo protocollato la richiesta di convocazione del consiglio comunale straordinario. Siamo in attesa che qualcuno ci risponda.
Che disorienta sono le risposte che il sindaco Giorgio Bertazzoli e l’assessore all’istruzione Paola Plebani hanno dato ai genitori seguite dal silenzio di un’amministrazione comunale che, anziché vigilare sul rispetto del contratto, tace.
Chiederemo di verificare se esistano i presupposti per l’eventuale revoca del contratto.
Non possiamo che sollecitare i genitori a farsi sentire, a non demordere, sempre nello stile del rispetto e della trasparenza reciproci. Noi stiamo dalla parte dei bambini”.
E così la minoranza ha anche chiesto la convocazione di un consiglio comunale proprio per discutere la questione asilo e per analizzare punto per punto le lamentele dei genitori, questa la richiesta presentata dai 5 consiglieri di minoranza, Pietro Arcangeli, Angelo Bonassi, Lauretta Cadei, Romy Gusmini e Angela Viviani: “I genitori manifestavano i propri motivi di preoccupazione al punto da scrivere: “Con la presente siamo a chiedere il vostro aiuto per risolvere definitivamente l’inefficenza del servizio mensa scolastica che per noi e per i nostri bambini è diventata insostenibile. Èremettiamo che ci siamo già rivolte al signor sindaco Bertazzoli Giorgio e all’assessore Paola Plebani senza però ottenere il riscontro sperato, anzi in quell’occasione la signora Plebani ha addirittura minimizzato il problema, trattandosi di bambini, lasciamo a voi ogni commento, e non da ultimo, ci siamo persino sentiti prese in giro dal post pubblicato su Facebook da sindaco stesso in data 14 febbraio”. La vicenda in termini sostanzialmente simili, è stata oggetto di dibattito anche sul noto social network ‘Facebook’ con evidente divergenza di opinioni tra cittadini, insoddisfatti del servizio, ed esponenti dell’amministrazione tra cui il sindaco che ha definito ‘impeccabile’ il servizio erogato.
La questione sollevata dai genitori è fondata e desta preoccupazione., la particolarità dei servizi erogati e la natura dei soggetti fruitori, meritevoli di ampia tutela in quanto minori in età, esige un urgente e approfondito chiarimento della questione che, se minimizzata, assumerebbe ulteriori profili di interesse pubblico atteso che, in costanza di rapporto contrattuale, il tribunale di Bergamo ha pronunciato una sentenza a carico del legale rappresentante della ditta aggiudicataria del servizio i cui contenuti sarebbe obbligato verificare a cura dell’amministrazione comunale, al fine di valutare eventuali azioni a tutela dei propri diritti.
E’ del tutto evidente che da una pronuncia in sede giurisdizionale, se confermata in via definitiva, potrebbero emergere profili di irregolarità in ordine ai servizi prestati tali da ulteriormente confermare le lamentele esposte dai genitori e in capo agli scriventi sorgerebbe l’obbligo di richiedere un serio e approfondito chiarimento che coinvolga il massimo organo amministrativo locale, ovvero il consiglio comunale. Considerato che appare urgente adottare ogni iniziativa di carattere conoscitivo al fine di accertare la correttezza del servizio prestato, quanto meno in ordine al rispetto della legge e del regolamento contrattuale, per poter poi delimitare i diversi profili di responsabilità connessi o derivanti da una accertata irregolarità sulla erogazione del servizio. Riteniamo poi che l’istituzione di una commissione consigliare speciale possa rappresentare un utile e valido strumento utile al perseguimento delle predette finalità e alla tutela del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione. Per questo chiediamo la convocazione di un consiglio comunale aperto”.
Infine le minoranze pongono una serie di domande al sindaco Bertazzoli: “Il Comune non si è minimamente preoccupato della denuncia rinnovando il contratto con la Cucina di Peter Pan condannata in primo grado a febbraio. E’ vero, quando le era stato rinnovato il contratto la condanna non era ancora stata pronunciata, ma erano già stati fatti i controlli, L’Asl si era espressa, tutte le udienze erano state fatte e il giudice già aveva manifestato il suo parere. Perché il Comune non si è costituito parte civile, di fronte a un danno evidente? Anzi, perché tutto tace?”

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