E’ un romanzo. Ma mica del tutto. E’ storia, ma si mescola alle storie. Parte dal 5 aprile 1524 questo racconto dedicato alla Valle di Scalve. Su al Giuèt si scriveva la parola fine alle secolare guerra (la guerra più lunga del mondo) tra Scalvini e Bornesi per la proprietà dei pascoli del Negrino. Oggi sembra tutto assurdo che ci siano stati morti e feriti e perfino l’incendio di Borno, per quei pascoli. Quel giorno però l’accordo non fu del tutto preciso, ci fu un seguito che Giovanni Ravanelli, l’autore, racconta più avanti. Si salta al 20 aprile 1650 e qui è la genesi di un libro raccontato da un ragazzo che, allievo del notaio Antonio Cassinelli, diventò a sua volta notaio integerrimo, pronto a farsi arbitro tra le beghe delle antiche famiglie che dominavano la valle, appunto gli Albrici e i Capitanei, ma con altre famiglie dei paesi scalvini (i Morzenti, i Lenzi, i Bettoni, i Novelli, i Morelli) anch’essi dominanti…
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