L’intera comunità di Scanzorosciate è in lutto per la scomparsa di Filippo Giganti, stroncato da una malattia che se l’è portato via ieri, sabato 1 luglio, a soli 20 anni. Una malattia durata 16 mesi contro cui Filippo ha lottato con tutte le sue forze. Lascia mamma Sonia, papà Michele, un fratello e una sorella più piccoli. Si era diplomato all’Agraria nel 2021 e, come si vede in molte fotografie, amava molto le motocross.
“Cari genitori – ha scritto don Alessandro Previtali sulla pagina Facebook dell’Oratorio -, un triste lutto ha colpito le nostre comunità, portando via all’affetto dei suoi cari Filippo, un giovane ragazzo conosciuto in oratorio. I suoi funerali saranno lunedì 3 luglio alle 15 nella chiesa di Rosciate. La maggior parte degli animatori del Cre lo ha conosciuto, pertanto risulta impossibile aprire i cancelli dei tre cortili del Cre per le attività ordinarie previste. L’unica proposta per tutti e tre i cortili lunedì sarà quindi la partecipazione ai funerali. Spero che, nonostante le possibili difficoltà organizzative, possiate comprendere lo stato d’animo dei coordinatori e degli animatori, partecipando a questo momento di dolorosa preghiera anche con i vostri ragazzi. Il Signore doni consolazione a quanti ora lo piangono, rafforzando la speranza nella vita eterna”.
Lo ha ricordato anche il Bepi sulla sua pagina Facebook: “Scelte. Sempre scelte, ciniche scelte, squallide scelte. Fare ciò che ci sentiamo veramente dentro o ciò che può regalare piacere agli altri? Entrambe le soluzioni si portano in grembo qualcosa di “giusto”, in fondo. Cosa vi dico di Filippo Giganti, mio giovanissimo fan di Rosciate che l’altro ieri è stato portato via da un tumore a 20 anni? Potrei scrivervi un sacco di cose, molte delle quali servirebbero, probabilmente, più a farmi bello io che non a dare sollievo al papà Papagìga (molti di voi se lo ricorderanno, magari alle Bepimaiade, proprio insieme a Filippo), alla sua famiglia e ai suoi amici. E allora mi limito a pubblicare questa sua bellissima foto e a scrivere qui giusto quello che, pare, regalasse sollievo a lui: ‘Stradeeee ‘lla Bassaaa, to ‘l sé mai ‘n do i póóóartaaaa. Nóteeeer dela montaaaagnaaa ala Bassa an s’è mia üsàààààcc’“.