Quasi 60 potenziali elettori su 100 non sono andati a votare (dal 73,11% di votanti di cinque anni fa si è scesi al 41,68% di oggi). Ma di quei restanti 40 volenterosi votanti Attilio Fontana ne ha incassato più della metà (totale 1.774.477 voti – 54,67%). Il contendente più vicino, si fa per dire, è Pierfrancesco Majorino (1.101.417 voti – 33,93%). Dire che, rispetto alle aspettative, Letizia Moratti ha raccolto pochissimo è una banalità, basta guardare il totale: 320.346 voti (9,87%).
Per la presenza della quarta candidata, Mara Ghidorzi, a questo punto si può parlare di briciole (49.514 voti (1,53%). Ma di questo smottamento di votanti così epocale (il dato più basso precedente era quello del 2010 col 64,6%) bisognerà pur tener conto. Macché, già domani è un altro giorno, gli eletti se ne dimenticheranno in fretta, ingoiati dal vortice di confronto/scontro politico.
E’ anche uno sberleffo (o addirittura una pernacchia) mandata dalla stragrande maggioranza dei lombardi all’ente che li governa (salvo già oggi poi alzare alti lai ad es. per le disfunzioni della sanità). Le province con più alta affluenza sono state Brescia (45,3%) e Bergamo (44,5%), le due capitali della cultura, certo, ma anche le due province più colpite dal covid. Memoria corta?