“Voglio che questa sia una storia di speranza, che possa dare voce a tutti coloro che urlano ma senza nessuno che li ascolti, per tutti quelli che il caos ce l’hanno in testa, per chi pensa di essere solo e non sa come esprimere in modo funzionale il suo dolore. È la storia di una fune sottile, che divide la pazzia dalla normalità”, Tea Girardi inizia da qui a raccontare la storia dei suoi 24 anni.
Un insieme di parole e coraggio dedicate a chi soffre come lei: “E’ stato difficile scrivere quelle pagine, rivivere ciò che era successo ma lo dovevo fare. Quando ho preso per la prima volta tra le mie mani il libro mi sono chiesta chi me l’ha fatto fare poi mi sono detta che avevo fatto una cosa grande. Dovevo mostrarmi in tutte le mie fragilità perché i dolori esistono e vanno ascoltati senza giudizio. Ho riscoperto nel dolore quanto mi fosse utile mettere le cose su carta, scrivere tutto ciò che mi veniva in mente. C’è stato però un fatto doloroso che mi ha spinto a scrivere di nuovo, il suicidio di una mia cara amica d’infanzia… sentendomi in colpa per non averle dato ascolto come meritava, lei che lottava come me se non di più”….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDì 30 AGOSTO