Maurilio Grassi
Da decenni si sente discorrere della questione turismo in Valle di Scalve e in particolare a Schilpario ma la convinzione è che localmente “turismo” sia una parola astratta di difficile interpretazione in quanto ad opere concrete.
Vogliamo che il Turismo inizi a diventare una voce significativa per l’economia del paese e di conseguenza fornire l’opportunità di lavoro innovativo per i giovani ebbene allora bisogna aprire gli occhi su due aspetti.
Il primo riguarda il potenziale naturalistico/culturale disponibile ed elaborare una progettualità che risponda alle attuali esigenze vacanziere.
Il secondo aspetto consiste nell’analizzare gli errori del passato, valutarli e evitare di ripeterli.
Su questo secondo punto occorre soffermarsi sulla scelta operata dall’allora amministrazione negli anni ‘75-76 quando vennero smantellati gli impianti minerari ubicati in località Fondi a Schilpario. La decisione venne allora presa per due motivi: il primo monetizzare la vendita del rottame ottenuto dalla demolizione e il secondo creare uno spiazzo dove doveva sorgere uno stabilimento e creare posti di lavoro. A distanza di qualche anno molte persone si accorsero dell’errore commesso anche qui per due motivi: il primo lo stabilimento non ha assolto ai fini occupazionali in quanto ha chiuso dopo pochi anni e lo stabile è rimasto al Comune con tutti i problemi che qui evito di ricordare.
Il secondo motivo è la presa di coscienza di parecchi schilpariesi e non solo, che se rimanevano i vecchi impianti potevano, oggi, divenire un polo museale a cielo aperto di notevole pregio. La vicenda dovrebbe aver insegnato alle amministrazioni che le demolizioni non si possono ripristinare e che gli investitori esterni guardano esclusivamente al loro tornaconto; se questo non c’è se ne vanno. Inutile piangere sul latte versato, dicevano i nostri antenati. Occorre riflettere attentamente, e soprattutto guardare oltre con progettualità reversibili.
E siamo al 2022, e la questione, con qualche differenza, si pone nuovamente e ancora nella zona del Gaffione.
L’Amministrazione comunale deve esprimere il proprio parere sulla derivazione d’acqua richiesta dalla Idrobrembo di Marostica per realizzare una centralina idroelettrica nell’area della Miniera Gaffiona. Quale è il vantaggio per il Comune se viene dato parere favorevole? Un piccolo rimborso compensativo dalla Ditta titolare della concessione che l’amministrazione non monetizzerà perché la compensazione può avvenire solo operativamente.
Quale sarà il danno che la comunità tutta ne ricaverà? Un’intera zona con un potenziale turistico- economico irreversibilmente compromessa e non più utilizzabile. Nessun posto di lavoro e seri vincoli per le due attività museali attualmente presenti in zona (e che funzionano).
E qui veniamo al primo punto con una progettualità che tenga conto del potenziale che la piccola Valle Gaffione offre.
Sinteticamente si tratta di creare un Parco avventura naturalistico/culturale che si snoda sia con percorsi esterni aventi come asse l’attuale sentiero delle Torbiere sia all’interno sfruttando i cunicoli secolari delle miniere.
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